Addio cimice asiatica: in soccorso agli agricoltori arriva la vespa samurai

Il governo dice sì alla Vespa samurai|Come contrastare le cimici asiatiche

Da qualche anno la cimice asiatica (Halyomorpha halys) sta devastando la nostra flora e tutte le soluzioni chimiche proposte si sono rivelate inefficaci. Ora sembra esserci una soluzione al problema. Si tratta della vespa samurai (Trissolcus japonicus).

Vespa samurai: il nemico naturale della cimice asiatica

La cimice asiatica si è inserita in un contesto completamente diverso dal suo originario e nelle aree ortofrutticole italiane non sembra avere nemici. Introdurre la vespa samurai nel nostro sistema potrebbe essere una soluzione efficace, in quanto suo nemico naturale, ma bisogna trovare un fattore di controllo e valutare ogni possibile rischio.

La vespa samurai è appartenente all’ordine degli imenotteri ed è di origine asiatica e ora viene allevata a Firenze da ricercatori del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria Crea). Si tratta di un insetto molto piccolo che accorpa le sue uova a quelle della cimice, contenendone la riproduzione e quindi i potenziali danni alle coltivazioni.

Come contrastare le cimici asiatiche
Foto di Natalia Kuzmina su Shutterstock

Il governo dice sì alla vespa samurai

A giugno il senato aveva impegnato il Governo a fornire una tempestiva valutazione sui possibili rischi ambientali dovuti all’introduzione della vespa samurai per l’eliminazione della cimice asiatica. Anche il Crea, su consiglio del MIPAAFT (il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo), ha condotto una valutazione riguardo l’impatto ambientale che comporta l’uso di antagonisti naturali.

È stata però la Coldiretti a dare il via libera ufficiale all’utilizzo della vespa samurai a seguito dell’entrata in vigore, in Gazzetta Ufficiale, del decreto 5 luglio 2019 n. 102 che legalizza l’introduzione sul territorio italiano di specie e popolazioni non autoctone che possono contrastare la diffusione di insetti non autoctoni, come la cimice.

La notizia è stata diffusa al Salone internazionale del biologico e del naturale (SANA) proprio dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Lo stesso Prandini ha poi chiesto un incontro con il ministro dell’ambiente Sergio Costa per autorizzare l’immissione in natura delle vespe a seconda della richiesta delle regioni.

Nessun rischio per le specie autoctone

Nel frattempo, in attesa del Trissolcus japonicus, non resta che affidarsi a protezioni fisiche, come ad esempio le reti, con cui riparare le piantagioni.

Il livello di rischio dell’azione della vespa sull’ecosistema non è alto. È un insetto che, a parte la cimice, non attacca altri suoi simili.

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Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • In Italia il primo esemplare è stato trovato da uno studente nel reggiano che stava cercando alcuni insetti per la sua tesi. Dopo circa due anni le provincie si sono riempite
  • Ama le piante da frutto, soprattutto pere, mele cachi, uva e qualche ortaggio
  • Nel periodo da giugno ad agosto le femmine depongono gruppi da 50 a 150 uova

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