Il Messner Mountain Museum a Plan de Corones

architettura olistica||||

Situato sul Plan de Corones (2275 m), al margine del più spettacolare altopiano panoramico dell’Alto Adige, il MMM Corones è dedicato all’alpinismo tradizionale, disciplina che ha plasmato ed è stata plasmata in maniera decisiva da Reinhold Messner. 

Oggigiorno possiamo visitare musei dovunque: nel torrido deserto, nel greto di un fiume in secca, nelle viscere della terra, lungo le gallerie di una miniera, in una vecchia stazione, nella profondità dei mari. Dunque non dovrebbe stupire la presenza di un luogo dedicato alla cultura proprio sulla cima di una montagna… oppure ci sbagliamo? Siamo ancora capaci di lasciarci ammaliare dai luoghi naturali più insoliti? Speriamo di sì, specialmente quando ci troviamo ad ammirare la vista mozzafiato della val Badia e delle vicine Valdaora e val Pusteria dai punti panoramici del museo.

Già, ma di quale museo si sta parlando?

Stiamo descrivendo il Messner Mountain Museum, che dal luglio 2015, si trova sulla cima di Plan de Corones, in provincia di Bolzano. È il sesto ed ultimo punto d’interesse di un percorso molto più lungo dedicato agli alpinisti sulle Dolomiti e fortemente voluto da Reinhold Messner, il padrone di casa di queste valli.

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L’idea è stata proposta dall’altoatesino, il quale ha considerato il fatto che i locali impianti sciistici sono assiduamente frequentati d’inverno, mentre nelle altre stagioni, quando restano chiusi, Plan de Corones non è in cima (è il caso di dirlo) alle attrazioni del Trentino-Alto Adige, nonostante il panorama delle vette sia uno degli spettacoli più emozionanti che esistano.

Nel 2012 si è pensato, dunque, di commissionare allo studio londinese di Zaha Hadid il primo edificio costruito secondo criteri parametrici sulla vetta di una montagna.

In questo progetto la natura e l’ambiente giocano un ruolo decisivo, con le architetture che paiono fondersi nella dura pietra: curiosissima è la commistione tra l’architettura, il design digitale e la montagna. Mai prima d’oggi, si erano trovate le forme sinuose del design di Zaha Hadid alla sommità delle Alpi.

Ecco da dove nasce la scelta di rivestire interamente sia dentro che fuori il museo dell’Alpinismo con calcestruzzo grigio, visto che questo si presta ad essere interpretato come un’appendice della roccia stessa.

Ma non immaginatevi un ecomostro aggrappato al monte, tutt’altro! Il museo dell’Alpinismo è in gran parte sotterraneo, proprio per evitare di ferire il profilo naturale di una montagna già sensibilmente segnata dalla presenza dell’uomo. Si colloca con speciale naturalezza nel paesaggio, anzi, nel cuore della montagna, che è la vera protagonista della scena.

Ma parte del merito della regia lo si deve riconoscere proprio allo scalatore Reinhold Messner, il quale ha precisato di voler esprimere, attraverso l’architettura, un luogo in cui condensare le esperienze di chi ha osato, come lui, confrontarsi con le asperità delle vette di tutto il mondo.

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Non un mausoleo dei primati, bensì uno spazio di incontro tra filosofi, pionieri, professionisti dell’arrampicata, appassionati dell’altezza. Si possono guardare da vicino le attrezzature usate dai nomi più noti della disciplina, ma anche ripercorrere l’evoluzione dell’attrezzatura d’alta quota degli ultimi 250 anni.

Si è inviati anche a conoscere le storie delle spedizioni sulle cime più invalicabili del pianeta dalle nostre Alpi al Nepal, per rabbrividire leggendo i resoconti di chi è sopravvissuto o di chi, invece, si è lasciato stregare da quei luoghi, talmente era rapito dalla loro bellezza pericolosa.

Così il Messner Mountain Museum, le cui 3 ‘M’ inevitabilmente disegnano il profilo delle cime acuminate dai secoli, si tinge di un luogo di pace, di respiro e di ricerca di se stessi. Un luogo mistico in cui godere proprio della indimenticabile vista dei picchi innevati che, come i Giganti del Mito, si inginocchiano sotto di noi (i più arrendevoli) o ci sfidano fissandoci dritti negli occhi, tenaci (quelli più tracotanti).

Dunque questo stupefacente museo è aperto non solo agli appassionati di alpinismo, ma a tutti gli sportivi che vogliono lasciarsi ammaliare dai contrasti delle nostre montagne a 2275 metri sul livello del mare. La vista può spaziare e ‘toccare’ le Dolomiti di Lienz, ad oriente, l’Ortles, la Marmolada, a meridione, fino ad abbracciare con lo sguardo le Alpi della Zittertal in Austria.

Sarà un percorso emozionale e toccante, per questo siamo certi che, una volta scesi in valle, non sarete più quelli di prima.

 

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