Smart working, oggi arrivano le nuove regole: cosa cambia dal 1° settembre

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Da ormai tre anni sono molti gli italiani che hanno avuto modo di sperimentare lo smart working. Ora che la pandemia ha in un certo senso trovato una nuova dimensione consentendo di tornare alla “normalità” cambiano le regole anche per il lavoro da remoto. Ecco le novità previste dal primo settembre 2022.

Lo smart working è una modalità lavorativa subentrata, su larga scala, per fronteggiare l’emergenza Covid e ormai nota a tutti. In una situazione di quasi totale normalità a distanza di ben tre anni cambiano le regole in merito al telelavoro. Ritendendosi quindi conclusa la fase emergenziale della pandemia si torna così a lavorare in presenza. Tra accordo individuale, semplificazione burocratica e categorie fragili ecco le principali regole in vigore a partire dal primo settembre 2022 per i lavoratori e le aziende italiane.

Accordo individuale

Dal primo settembre è prevista la sottoscrizione di accordi individuali con ciascun lavoratore, che era stata precedentemente sospesa durante la pandemia (come previsto dalle legge 81/2017). In pratica il datore di lavoro e il dipendente saranno tenuti a mettere nero su bianco i termini e le condizioni della prestazione da svolgere in modalità agile. Tale regola vale tanto per il settore pubblico quanto per quello privato. I dipendenti che non hanno sottoscritto un accordo individuale dovranno perciò tornare a lavorare normalmente in presenza.

Smart working: com’è cambiato il lavoro degli italiani

Comunicazioni telematiche

In merito alla comunicazione è prevista una semplificazione burocratica. Il datore di lavoro, sempre per effetto della legge 81/2017, è obbligato alla comunicazione telematica del suddetto accordo individuale. In particolare è tenuto a trasmettere al Ministero del lavoro i nominativi dei lavoratori che svolgeranno l’attività da remoto, la data di inizio e di fine delle prestazioni. Da comunicare anche la tipologia di rapporto lavorativo che intercorre quindi se questo è un rapporto a termine o a tempo indeterminato. La mancata comunicazione prevede una sanzione amministrativa pecuniaria da 100 a 500 euro. Lo stesso Ministero del Lavoro fa sapere che ai fini della piena operatività della nuova procedura, l’obbligo della comunicazione potrà essere assolto entro il 1° novembre 2022, dando quindi un mese di tempo per l’allineamento alle nuove regole poste in atto.

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Smart working, oggi arrivano le nuove regole: cosa cambia dal 1° settembre – PEXELS

Smart working: categorie che ne hanno priorità

A partire dal 13 agosto 2022 alcune categorie di lavoratori hanno la precedenza, rispetto al altri, in merito alla concessione della modalità di lavoro in smart working. Si tratta delle seguenti:

  • lavoratori con disabilità;
  • dipendenti con figli di età inferiore ai 12 anni;
  • dipendenti con figli disabili gravi;
  • lavoratori caregiver.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Secondo uno studio di Carbon Trust per ogni persona che ricorre al lavoro agile in Italia è stato registrato un risparmio di ben 1.055 chilogrammi di CO2 emessa in un anno. La medesima ricerca ha, inoltre, calcolato che in futuro circa 8,23 milioni di posti di lavoro nel nostro Paese, ovvero il 36% del totale, potranno essere svolti da remoto e che le persone in media potrebbero lavorare da casa circa due giorni alla settimana. Questo renderebbe il lavoro da remoto una chiave importante per abbassare le emissioni di CO2 nell’atmosfera e quindi ridurre l’inquinamento ambientale.
  • Durante il 2021, grazie alla campagna vaccinale, si è ridotto il numero di smart worker italiani. Si è passati dai 5,37 milioni nel primo trimestre dell’anno ai 4,07 milioni nel terzo trimestre. A settembre 2021 si sono infatti registrati complessivamente 1,77 milioni di lavoratori da remoto nelle grandi imprese, 630mila nelle pubbliche e medie imprese, 810mila nelle microimprese e 860mila nella pubblica amministrazione.
  • Seconda la ricerca Linkedin Future of Work 2021 oltre il 50% degli italiani si ritiene soddisfatto della propria esperienza di lavoro a distanza. Non solo vorrebbe avere la possibilità continuare in tale direzione adottando un modello ibrido di lavoro.

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