Matt The Farmer: quando il contadino diventa social

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Ho avuto l’occasione di scambiare due chiacchiere con Matteo, trent’anni, di Brescia, ha un canale youtube attraverso il quale racconta la sua passione per l’orto e per gli animali da cortile e si fa chiamare Matt The Farmer.  Mi risponde al telefono con molto entusiasmo raccontandomi che è al parco a godere di una pausa in pieno sole, quasi lo invidio, io in Puglia, non vedo il sole da qualche giorno, ma mi mette subito di buon umore grazie alla sua energia positiva.

Matteo da qualche anno ha acquistato un podere di 3.000mq, fin da piccolo è cresciuto a contatto con la natura, i suoi nonni avevano un piccolo orto in giardino e gli hanno trasmesso l’amore per la terra.

Dalla tua bio leggo: Non mi interessava aprire un’azienda agricola, ma solo creare un progetto sostenibile che potesse dar da mangiare alla mia famiglia. Cosa significa?

Io non ho un’azienda agricola, nè voglio aprirla, non è questa la mia attività lavorativa.

Purtroppo lavorare nel campo dell’agricoltura oggi è difficile. Può avvantaggiarti ereditare un’azienda già avviata, che vuol dire avere già dei terreni, o qualche macchinario e soprattutto un team, o è difficile sopravvivere, perché da soli è materialmente impossibile lavorare. Per un questione di gestione del lavoro, ma anche perché ci sono un sacco di spese e di problemi legati all’amministrazione: dalla decisione di acquistare o affittare un terreno, alla necessità di avere un deposito dove stoccare i prodotti o gli attrezzi, fino alla gestione della routine. Per me tutto questo era irrealizzabile, perciò ho scelto un’altra linea. A me piace molto coltivare ma non potrei fare l’agricoltore. Faccio sempre un esempio: a me piace cucinare ma non farei mai il cuoco, per cui faccio il giudice gastronomico. Sei nello stesso settore, puoi vedere le stesse cose e chiedere come si fanno. Io coltivo molte cose, ma il mio obiettivo è differente. Il mio core business, se vuoi vederla così, è il racconto della mia esperienza, che sta nell’avere 3000 mq di terreno, curare l’orto, avere le mie galline, il mio frutteto, il mio vigneto e stare lì a divertirmi il pomeriggio.

Quindi la tua attività principale qual è?

La mattina faccio il professore, anche se in verità con i numeri della mia community questa sta diventando sempre di più la mia attività principale. La gestione di contenuti, i video, il canale, la community, mi porta ad investire sempre più tempo in questa attività perché comunque c’è una richiesta ampia.

I tuoi social hanno numeri di follower notevoli: 11.482 su Facebook, 16,9mila su Instagram e 4.299.333 visualizzazioni su youtube

A me non importa fare solo il video tutorial, questa è l’intuizione che ho avuto due anni fa. All’inizio sono stato abbastanza penalizzato, ed anche ora, perché fare un video tutorial su come fare qualcosa alcune volte ti permette di avere un numero più alto di visualizzazioni sul singolo video rispetto al fare una serie di contenuti continui. Io invece preferisco lo storytelling, realizzo più video nei quali faccio vedere tutte le varie fasi del processo. Ti racconto una storia, a me importa quello. Mi interessa dire alle persone che se vogliono coltivare l’orto o avere un pollaio possono farlo, se poi il loro obiettivo è aprire un’azienda agricola devono sapere che è un’altra cosa. Ho molti amici che fanno gli agricoltori o gli imprenditori agricoli, purtroppo mi rendo conto che quello che ha rovinato tutto è che forse, un po’ per moda, si dice che i giovani stanno ritornando all’agricoltura. Dico moda perché molti giovani vengono spinti a lavorare in agricoltura senza avere alle spalle nessuno e questo li porta ad indebitarsi e a chiudere dopo poco. Perché questo è un mondo molto complesso.

Mi piace molto l’onestà con cui affronti questo tema

Io non voglio truffare nessuno, dire di fare l’imprenditore agricolo è come dire fare l’imprenditore edile. Sei un imprenditore. Io voglio fare il contadino, io voglio coltivare il terreno per il piacere di farlo. Tutto quello che produco in più lo regalo agli amici, alla famiglia, alla Caritas. Anche questo secondo me è un concetto importante: la natura mi da di più di quello che mi serve e quello che ricevo in più io lo dono agli altri. Perché mi importa fare questo, perché mi fa stare bene, è una passione non altro. Invece se fai l’imprenditore devi agire in un altro modo.

Matt The Farmet

Vengo un po’ criticato dagli agricoltori per il mio modo di vedere le cose, non è semplice per loro accettarlo, ma essendo io esterno alle dinamiche proprie della professione riesco a vedere le cose con un certo distacco. Ti faccio l’esempio del settore vitivinicolo: negli anni settanta è scoppiato lo scandalo dell’utilizzo dei solfiti, questo ha portato tutto il settore a voler reagire. Quindi oggi in Italia non trovi i mega produttori di vino, ma esistono tante cantine che producono vini molto particolari ma in quantità più piccole. Forse solo in Italia abbiamo una biodiversità così diffusa e credo che siamo all’avanguardia in questo. Lo stesso non avviene ancora in agricoltura. Come nel caso del grano: è inutile continuare a mettersi in competizione con un grano come quello Canadese o Ucraino che per una serie di fattori ha dei costi molto più bassi, questo comporta che l’agricoltore viene strozzato. I tre quarti degli agricoltori oggi non valutano le caratteristiche del terreno per decidere cosa coltivare, ma la richiesta. In questo modo un anno pianteranno la soia perché c’è più interesse, un altro il mais. Ma non avendo grandi distese di terreno, perché in Italia abbiamo aziende piccole rispetto a quelle estere, sei tagliato fuori dal mercato. In più si continua ad impoverire il terreno perché ogni tipo di coltivazione è adatta ad un terreno con caratteristiche specifiche. Lo stesso vale per tutti i prodotti, anche per gli agrumi siciliani, che non riescono a competere con i prezzi di quelli provenienti dalla Tunisia.

A mio avviso bisognerebbe pensare a strutturare il business pensando alle caratteristiche del proprio terreno. Puntare su un prodotto che sia particolare, che ti permetta di competere sulla qualità. Il mio obiettivo è un po’ spiegare questo: come riuscire a creare una community che favorisca questo cambiamento.

In quello che dici traspare una forte passione ma anche delle competenze. Come hai acquisito questa formazione specifica?

Io ho studiato Filosofia, sono un fan sfegatato della filosofia dell’antica Grecia e di Platone. Perché Platone ha una visione d’insieme, oggi invece le filosofie sono suddivise per temi. La filosofia è l’osservazione della realtà, io guardo la realtà e mi faccio delle domande. Domande che non siano astratte, alle quali la realtà ti offre sempre delle risposte. La mia formazione è questa, in più ho tanti amici, ascolto molte esperienze, studio molto, ma inteso anche come osservazione, dibattito, domande e cerco di trovare la soluzione migliore. Quindi quando leggo un articolo non è solo l’interesse verso il tema in sé ma cerco di espandere il discorso a tutto il resto.

Ho già idea di come convertire in contenuti tutto questo. È una cosa semplice in verità. Oggi sono molto di moda vari tipi di agricoltura dalla permacultura al biodinamico, tutte tipologie valide, non le metto in dubbio, ma quando mi chiedono che tipo di agricoltura utilizzi io rispondo: “Quella che faceva mio nonno” perché mio nonno aveva un’ottica d’insieme che noi oggi non abbiamo. Lui non era un agricoltore, ma semplicemente curava il suo orto domestico. Nella sua visione semplice aveva una consapevolezza che è alla base dell’agricoltura: anche se non semini la natura ti fornisce il 99% di quello che ti serve, non solo, la natura ti propone un antagonista ma allo stesso tempo ti fornisce anche la soluzione al problema. Quando si interviene con soluzioni artificiali si corrompe l’equilibrio. È come quando segui un’altra macchina o un’altra persona in corsa e riesci a sfruttare la sua scia. È necessario sfruttare l’onda, agire con semplicità.  Questa è un po’ la mia filosofia di vita. Io ho bisogno di essere tranquillo. Io lavoro il doppio rispetto a quando ero dipendente, ma lavoro con i miei ritmi, con i miei tempi e ci sono una serie di cose che a mio avviso sono più importanti dello stare chiuso a svolgere dei compiti in maniera ottusa, come fermarsi a mangiare insieme in famiglia. Sembra una cavolata ma mi migliora la giornata! Ci sono una serie di fattori che presi singolarmente sembrano insignificanti ma nell’insieme fanno la differenza nella vita.

Matt The Farmet

Quindi fondamentalmente questo progetto è nato con l’obiettivo di migliorare la tua vita? Cercavi un lavoro che potesse farti stare bene?

Più che come un lavoro tutto è nato quando ho acquistato il podere con 3000mq di terreno. Era appena nata mia figlia, mi sono posto una domanda: come voglio far crescere mia figlia? Non avevo in mente né la questione dei social nè il canale youtube, ma soltanto la voglia di farla crescere in uno spazio aperto, a contatto con la natura, con il mio orto. Poi ho iniziato a fare i video e man mano che li creavo ho iniziato a sentire l’interesse delle persone, in un crescendo che mi ha portato a dove sono oggi. Ma non è nato con l’intento di guadagnare, penso che in quel caso sarebbe fallito il giorno dopo.

Chi sono i tuoi follower? Che tipo di persone in genere si approccia al tuo canale?

Io ho follower che hanno un’età che va dai 15 agli over 65 anni, suddivisi equamente. Ognuno di loro ha un motivo diverso per seguirmi: c’è chi vuole cambiare vita, chi sta studiando, chi è in pensione e vuole dedicarsi a questa nuova attività.

Ma per me non sono solo follower, per me sono persone reali, che mi piace incontrare. Mi piace l’idea di trovare un volto, delle persone a cui dare rispetto e con le quali entrare in contatto. Infatti li ho anche invitati nel mio podere in una giornata per conoscerci. È stato bello perché  ho ascoltato il racconto delle loro vite. Sapere come stanno, cosa fanno, la vita che stanno facendo. Per me questa è la parte più bella.

Hai modo di confrontarti spesso con loro?

Si, certo. Una delle basi che ritengo fondamentali per il mio canale è il confronto con loro. Oltre ai commenti io cerco di rispondere a tutti i messaggi. In genere Instagram è il canale che mi permette maggiore interazione, ho una media di settanta messaggi al giorno e infatti la sera quando mi metto a letto cerco di rispondere a tutti. Perché le persone vogliono essere partecipi, protagoniste, ed è una cosa bella. Io non voglio essere egoista e tenere per me questa cosa. Poi molti video e molte idee vengono proprio dai follower. Sono loro che mi consigliano articoli da leggere o soluzioni da provare. Io non mi sono mai considerato un professore che vuole insegnare agli altri come fare le cose, ma una persona che è partita da zero e sta seguendo un percorso per arrivare ad un obiettivo. In molti video mi è capitato di ammettere di aver sbagliato. E penso che se avessi avuto un suggerimento che mi avesse permesso di non sbagliare quando ho iniziato sarei stato contento. Questo mi fa stare bene e sono convinto che è utile per gli altri.

Mi piace molto l’idea del confronto, dello scambio, della condivisione e della generosità nel raccontare. Ma nella produzione dei tuoi contenuti c’è qualcuno che ti aiuta o te ne occupi da solo?

Faccio tutto da solo, a me piace molto. Io sono anche un perito in elettronica e telecomunicazioni, le materie umanistiche le ho conosciute all’università. Per me è un piacere prendermi del tempo e dedicarmi a scattare delle foto che immortalano quello che il mio occhio vede. Provo a raccontare quello che vedo, senza creare una situazione artificiale. il video e le foto nascono dalle situazioni reali. Provo a raccontarle.  Io voglio vivere nella bellezza, faccio queste cose perché mi rendono felici. Sono molto egoista in questo: voglio essere felice. Vivere in un bel posto circondato dalla natura e dalle persone.

 

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

 

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