Raccontare il mondo e le esperienze delle persone solo attraverso i suoni. Questo è l’obiettivo di SoundsofThings, una startup con sede a Merano (BZ) e ufficio operativo a Londra, che ha lanciato di recente un’app innovativa. Una Ri-evoluzione sonora, un ritorno all’importanza dei suoni in una società dominata dalle immagini: da qui nasce il nuovo modo di fare social network e marketing, proposto dalla startup italiana.
Incoraggianti, a proposito di startup, le stime del report nazionale delle Camere di Commercio aggiornato all’ultimo semestre del 2018, che rivelano un aumento del +5,9% per un totale di 9.396 startup innovative iscritte al Registro delle imprese nel nostro Paese.
Le risposte del CEO di SoundsofThings, Germano Marano, che abbiamo intervistato per i nostri lettori, sapranno chiarire al meglio di cosa si tratta.
- Com’ è nata l’idea di SoundsofThings?
L’idea di SoundsOfThings è nata dalla nostra esperienza come utilizzatori dei social network. Con il tempo ci accorgevamo che esprimersi appieno era difficile, non ci bastavano le parole, le immagini o i video, troppo completi loro e troppo passivi noi per essere emotivamente coinvolti. Avevamo bisogno di qualcosa di più e così abbiamo pensato al Sound Emotion.
Il Sound Emotion non è né un’immagine, né un suono, ma è qualcosa che va oltre e che ha bisogno dei nostri ricordi per essere completato. Lo possiamo creare attraverso un’App, ma siamo noi gli autori del contenuto e partecipiamo alla sua creazione in modo tale che il suono che emergerà dalla fotografia che abbiamo scattato non ne sarà distaccato, ma sarà il suono proprio di quella fotografia e di quell’oggetto che sta di fronte alla nostra camera.
- In cosa si differenzia l’offerta di SoundsofThings e perché gli utenti dovrebbero preferirla alle altre piattaforme social?
SoundsOfThings si differenzia dalle altre piattaforme social perché è il primo che esce dai confini del digitale e ‘invade’ il mondo reale. SoundsOfThings, infatti, oltre ad essere l’unico social network globale dove si comunica attraverso contenuti prevalentemente sonori, è l’unica piattaforma pubblicitaria che, attraverso i Sound Villages, richiede che sia l’utente a recarsi nei luoghi fisici dove la pubblicità prende vita, e non il contrario.
Oggi tutta la pubblicità digitale è visuale, si basa su immagini e video che invadono sempre di più il nostro tempo e ci distraggono continuamente. Quando smetteremo di guardare gli schermi dei nostri smartphone perché inizieremo soltanto a parlare e a dialogare con loro, le aziende sentiranno l’esigenza di cambiare il mondo di far pubblicità, riscoprendo i suoni, ed è qui che arriva SoundsOfThings.
- La sua startup ha sviluppato anche un nuovo modello di pubblicità da proporre alle aziende. Può spiegare ai nostri lettori il funzionamento?
SoundsOfThings si presenta come una piattaforma inedita per la pubblicità delle aziende, che avranno finalmente l’opportunità di comunicare in maniera realmente distintiva, facendo sentire il suono del proprio brand e dei propri prodotti ampliando così la trasmissione dei messaggi e della creatività e inaugurando l’era del Sound Advertising.
In che modo? In SoundsOfThings le campagne sono rappresentate dai Sound Villages (SV), luoghi reali che contengono contenuti digitali, i Sound Emotion (SE). È così che nasce il Global Sound Village, il villaggio virtuale, ma anche fisico e reale, che permette di comunicare sia online che offline, creando una relazione indissolubile tra contenuto digitale ed esperienza reale del brand.
Ada Maria De Angelis