“Bruno Munari. I colori della luce”: videoarte in mostra alla Fondazione Plart

mostra Bruno Munari||||bruno munari i colori della luce

La Fondazione Donnaregina per le arti contemporaneein collaborazione con la Fondazione Plart, nell’ambito dell’edizione 2018 di Progetto XXI, presenta la mostra BRUNO MUNARI. I colori della luce, a cura di Miroslava Hajek e Marcello Francolini, realizzata presso il Museo Plart (Via Giuseppe Martucci 48, Napoli).

bruno munari i colori della luce

Progetto XXI è la piattaforma attraverso la quale la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee si propone, dal 2012, di esplorare la produzione artistica emergente, nella sua realizzazione teorico-pratica, e di analizzare l’eredità delle pratiche artistiche più seminali degli ultimi decenni, nella loro esemplare proposta metodologica.

In particolare, la collaborazione con Fondazione Plart ha permesso di ampliare i pubblici di riferimento e di approfondire nuove linee di ricerca, esplorando le relazioni in costante aggiornamento fra arte, architettura e design con l’obiettivo di creare le premesse per progetti museali in grado di abbracciare l’ampio spettro di queste relazioni. Oltre ad avviare con una pluralità di soggetti di eccellenza una riflessione sistematica sulle tematiche del restauro nelle arti contemporanee e a supportare, quindi, l’affermazione delle nuove professionalità ad esse connesse.

L’arte cinetica nella mostra di Bruno Munari a Napoli

Bruno Munari, Vetrini a luce polarizzata, 1953. Materiali vari, courtesy-Miroslava-Hajek

Bruno Munari (Milano, 1907-1998), designer, scrittore e uno dei massimi protagonisti dell’arte programmata e cinetica, è autore di una ricerca multiforme che, al di là di ogni categorizzazione, definisce la figura di un intellettuale che ha interpretato le sfide estetiche del Novecento italiano, esplorando la relazione fra le discipline e l’interscambio fra il concetto di opera e quello di prodotto, fra forma e funzione.

L’artista, esplorando la nozione di dipingere con la luce, arriva dapprima, nel 1950, al processo di smaterializzazione dell’arte attraverso l’uso di proiezioni di diapositive intitolate Proiezioni Dirette: composizioni con materiali organici, pellicole trasparenti e colorate in plastica, pittura, retini, fili di cotone fermati fra due vetrini. Questi piccoli collage erano proiettati al chiuso e all’aperto sulle facciate di edifici, dando una sensazione di monumentalità e conquista di un’inedita spazialità dell’opera.

Dal dipingere con la luce alla pittura proiettata

Nasce così la “pittura proiettata” di Munari che, progredendo nelle sue indagini, giunge al suo culmine nel 1953, quando scopre e mette a punto per la prima volta il modo in cui scomporre lo spettro di luce attraverso una lente Polaroid. Utilizzando, infatti, un filtro polarizzato movibile applicato a un proiettore per diapositive, Munari ottiene le Proiezioni Polarizzate con cui compie l’utopia futurista di una pittura dinamica e in continuo divenire.

Le proiezioni dirette e quelle polarizzate sono presentate per la prima volta nel 1953 a Milano nello studio di architettura B24, che allora era uno spazio per le esposizioni del MAC-Movimento per l’arte concreta, e poi nel 1955 al MoMA di New York con il titolo di Munari’s Slides, nell’ambito di una mostra personale. Successivamente saranno presentate nel 1955 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ed infine a Tokyo, Stoccolma, Anversa, Zurigo, Amsterdam.

Bruno Munari, Vetrini a luce polarizzata,1953. Materiali vari. courtesy Miroslava Hajek

Bruno Munari per la prima volta a Napoli

Questa parte peculiare della complessa e variegata produzione artistica di Bruno Munari viene per la prima volta presentata a Napoli, a seguito della ricerca condotta dalla Fondazione Plart, che ha svolto un accurato lavoro scientifico di digitalizzazione dei vetrini che saranno proiettati in specifici ambienti della mostra.

Trattandosi di opere risalenti a oltre cinquant’anni fa (Proiezioni Dirette, 1950; Proiezioni Polarizzate, 1953), il lavoro di digitalizzazione si è reso necessario anche per la conservazione di queste opere, vista la loro precaria costituzione materiale. Inoltre, la digitalizzazione consente di portare alla conoscenza del pubblico un particolare aspetto del lavoro di Bruno Munari rimasto sconosciuto per molto tempo, colmando, altresì, i vuoti e le mancanze presenti nel rapporto arte-tecnologia.

Infatti, il lavoro che sarà presentato alla mostra di Bruno Munari a Napoli ha inciso in modo determinante sui successivi sviluppi dell’Arte cinetica in Francia e dell’Arte programmata in Italia. In più, gli ambienti realizzati per mezzo di proiezione diretta o di proiezione polarizzata hanno anticipato in modo assolutamente seminale soluzioni proprie delle video-installazioni multimediali e, di conseguenza, delle più recenti metodologie e linee di ricerca dell’arte interattiva, come il Mapping e la Kinect-Art.

Bruno Munari, Vetrini a luce polarizzata,1953. Materiali vari. courtesy Miroslava Hajek

Il percorso espositivo presso la Fondazione Plart

Il percorso espositivo del Plart è arricchito dalla presenza di alcune opere esemplificative di quella ricerca che condurrà Bruno Munari, già a partire dagli anni ’30 e ’40, ad evolvere in senso ambientale l’opera. Macchina Inutile (1934), Tavola Tattile (1938), Macchina Aritmica (1947), sono opere che dichiarano una volontà di uscita dalla bidimensionalità.

Punto di luce, un dipinto olio su masonite del 1942 rivela in nuce le ricerche formali a cui Munari arriverà proprio con le proiezioni dirette e polarizzate, nelle quali è presente una ricerca di sensibilizzazione delle materie plastiche colorate. Nelle Proiezioni Dirette, infatti, la plastica è impiegata a seconda del suo colore, per essere investita dalla luce. Nelle Proiezioni Polarizzate la plastica è il mezzo per estrarre il colore dalla luce.

Munari fonde così, materia e luce producendo opere il cui messaggio finale oltrepassa la fisicità dell’opera.

La presenza in mostra di opere come Flexy Fossile del 2000 (1959), in cui componenti elettroniche e materiali metallici sono immersi in pezzi di plexiglass di forma irregolare e bruciato, dichiarano il continuo interesse di Munari nei confronti delle materie plastiche che diventano elementi fondamentali nella comunicazione visiva.

Nei mesi successivi all’inaugurazione sarà pubblicato il catalogo della mostra con prestigiosi interventi che inquadreranno criticamente gli aspetti principali ed essenziali dell’esposizione.

La mostra di Bruno Munari è realizzata e finanziata integralmente con fondi POC 2014-20 (PROGRAMMA OPERATIVO COMPLEMENTARE) Regione Campania

Informazioni utili

TITOLO DELLA MOSTRA: BRUNO MUNARI. I colori della luce
PROMOSSO DA: Fondazione Donnaregina in partnership con Fondazione Plart
A CURA DI: Miroslava Hajek, Marcello Francolini
SEDE ESPOSITIVA: Fondazione Plart, via Giuseppe Martucci 48, Napoli, Italia
TEL E INFO:081-19565703, info@plart.it
COSTI INGRESSO: Gratuito per la mostra
Per informazioni consultare i siti www.fondazioneplart.itwww.madrenapoli.it
INAUGURAZIONE: 29 novembre 2018 ore 19:00
DATE DI APERTURA: 29 novembre 2018 – 20 marzo 2019
ORARI DI APERTURA: da martedì a venerdì ore 10.00 – 13.00 / ore 15.00 – 18.00
Sabato ore 10.00 – 13.00

 

Serena Giuditta

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