La canapa (cannabis sativa) è una delle più antiche piante coltivate ad uso non alimentare, veniva impiegata per ottenere fibre tessili, cordami e vele per le navi. All’inizio del ‘900 quello della canapa era un settore estremamente florido. In Puglia, ad esempio veniva coltivata sul versante Ionico, per poi essere trasportata nelle altre zone dove veniva impiegata nelle diverse lavorazioni, tra gli utilizzi della canapa c’era quello della realizzazione dei fiscoli per filtrare l’olio nei frantoi. Negli anni 40 con ben 100mila gli ettari coltivati l’Italia era il secondo produttore mondiale della cannabis sativa, che dal punto di vista botanico è simile alla varietà indica utilizzata a fini terapeutici. (fonte Coldiretti)
La sua diffusione e la sua importanza economica iniziarono a declinare sia a causa della minore richiesta di vele e cordami per la navigazione, dovuta all’introduzione della navigazione a vapore, ma soprattutto con l’introduzione di fibre tessili alternative come il nylon, derivante dal petrolio, oppure venne sostituita con fibre più facili da lavorare.
Il processo di estrazione della fibra dal fusto della canapa è piuttosto lungo e costoso e l’introduzione della lavorazione meccanizzata è arrivata tardi rispetto a fibre come come il cotone, tant’è che ad oggi in Italia non è ancora del tutto perfezionata.
In Europa il maggior produttore di canapa è la Francia, seguono Paesi Baltici e Romania, ma quali sono gli utilizzi della canapa?
Quali sono gli utilizzi della canapa previsti dalla legge per la coltivazione?
Nel 1975 la legge per la disciplina degli stupefacenti vietò la coltivazione della canapa indiana (o cannabis indica), rendendo difficile la vita per i coltivatori della cannabis sativa, fino all’introduzione della legge 242 del 2016 che individua cinque punti relativi alle finalità della coltivazione della canapa in Italia:
– la coltivazione e alla trasformazione;
– l’incentivazione dell’impiego e del consumo finale di semilavorati di canapa provenienti da filiere prioritariamente locali;
– lo sviluppo di filiere territoriali integrate che valorizzino i risultati della ricerca e perseguano l’integrazione locale e la reale sostenibilità economica e ambientale;
– la produzione di alimenti, cosmetici, materie prime biodegradabili e semilavorati innovativi per le industrie di diversi settori;
– la realizzazione di opere di bioingegneria, bonifica dei terreni, attività didattiche e di ricerca.
Quindi seguendo questi criteri si possono ottenere dalla fibra agli oli da destinare a industrie, lavorazioni artigianali, settore alimentare, edilizia, alla cosmesi e alla produzione di carta.
6 utilizzi della canapa
1 Alimentare
Olio, semi, ma anche farine e tutti i derivati ottenuti con questi prodotti, gli utilizzi della canapa per uso alimentare sono molteplici. In commercio si trovano pasta, birra, tisane, dolci, taralli e creme spalmabili. Prodotti molto apprezzati da chi segue un regime alimentare vegetariano o vegano per le numerose proprietà benefiche oltre che per il gusto.
2 Tessile
Come abbiamo visto l’utilizzo della canapa nel settore tessile è sempre stato molto diffuso e apprezzato perché i filati che si ottengono sono molto resistenti anche se generalmente risultano più grezzi. Sono stati fatti comunque molti passi in avanti sulla sua lavorazione ed oggi è sempre più utilizzata soprattutto dai brand di moda che seguono il movimento della moda sostenibile. In genere viene utilizzata per realizzare borse, scarpe, portafogli, zaini e accessori di moda, ma anche abiti. Il suo utilizzo nel settore dell’abbigliamento è così antico che sono stati ritrovati materiali ricavati dalla canapa in tombe risalenti all’anno 8.000 A.C.
3 Bioedilizia
Tra gli impieghi più diffusi della canapa in edilizia ci sono i mattoni di canapa e calce. Qui un articolo sulla la prima casa al mondo in paglia di canapa.
La caratteristica più interessante di questo prodotto rispetto ad altri simili ma agglomerati con cemento sta nel fatto che è riciclabile e biodegradabile a fine del ciclo di vita. Infatti una volta demolito un edificio costruito con questi mattoni questi si potrebbero trasformare nuovamente in calce calcinandoli in una fornace, oppure potrebbero essere triturati e miscelati con più calce e fibre vegetali per fabbricare nuovi biomattoni. Un’altra opportunità di smaltimento potrebbe essere quella dell’utilizzo per sanare terreni acidi o di natura arida-salina.
4 Bonifica dei terreni
Tra gli utilizzi della canapa si sta sperimentando anche quello per la bonifica dei terreni, pare che, oltre ad imprigionare grandi quantitativi di Co2, le sue radici siano in grado di assorbire dal suolo metalli come piombo, zinco, ferro e di catturare dall’acqua ossido di azoto e altre sostanze inquinanti. Diverse le sperimentazioni in corso per verificare queste capacità della canapa in aree come quelle del Tarantino o della Terra dei Fuochi in Campania.
5 Materie plastiche
Un altro filone di sperimentazione nell’utilizzo della canapa è quello dell’impiego dei derivati dalla sua lavorazione per ottenere materiali sostenibili che uniscono la canapa ad altre sostanze per ottenere miscele simili alla plastica. Il fusto è ricco di cellulosa per cui molto adatto ad un certo tipo di impiego. Tra le aziende impegnate su questo fronte Kanèsis, con sede in Sicilia, che produce un filamento per stampanti 3D ottenuto interamente con gli scarti della produzione di canapa.
6 Carta
Come abbiamo già detto la canapa è molto ricca di cellulosa per cui dagli scarti della lavorazione per l’estrazione della fibra tessile o dei semi si fabbrica la carta. Si ottiene sia carta di alta qualità che carta di utilizzo comune, come quella impiegata per la stampa dei giornali. Il vantaggio nella produzione di carta di canapa sta proprio nel recupero di tutte le parti di scarto.