Ho sempre avuto un debole per i progetti nuovi, che stanno nascendo, mi affascina lo spirito e l’energia che innescano la scintilla della creazione. La stessa energia che ho ritrovato chiacchierando con Antonio Ammirabile, responsabile del progetto Trackdesign, nato a Monopoli, in provincia di Bari, ad inizio del 2017.
Antonio Ammirabile dopo due anni passati a Londra, dove ha conseguito un master in Business Administration, è tornato in Puglia per gestire questo progetto nato dall’esperienza di un’azienda attiva da più di trent’anni.
Ad affiancarlo Alessio Ammirabile, ingegnere con trent’anni di esperienza nel settore della consulenza, si è ritagliato il ruolo di consulente esterno in questa nuova attività che ha deciso di mettere completamente nelle mani di un team giovane e motivato.
“L’idea è nata dall’incubatore Track Project, un centro di ricerca e uno spazio dove vengono condivise risorse e competenze che danno vita a nuovi sistemi produttivi sostenibili e consapevoli. TrackDesign è un talent scout sempre alla ricerca di giovani designer che vogliono trasformare le loro idee in oggetti reali.
Dietro ogni produzione vi è un filo diretto tra designer e industria, tra progetto e oggetto.
Designer, architetti e creativi uniti dall’amore per questo acciaio dalla “ruggine fascinosa”, progettano oggetti per l’indoor e per l’outdoor. TrackDesign li seleziona e li produce per arricchire la piattaforma online di pezzi unici in corten.” dal sito Trackdesign
Come nasce Trackdesign?
Il progetto Trackdesign nasce perchè ci piaceva l’idea di poter aprire il ventaglio delle possibilità della progettazione a qualcosa che potesse essere più emozionale e creativo. Nasce da una società di ingegneria, nata 15 anni fa ma che eredita l’esperienza trentennale nell’ambito della consulenza. Da questo è nata l’idea di creare un’officina, l’idea di creare un prodotto particolare che facesse un po’ la differenza nella lavorazione dei metalli. La scelta dell’acciaio corten (ne abbiamo parlato qui) deriva dal fatto che è un materiale nelle nostre corde, infatti lavoriamo l’acciaio, poi è un materiale molto apprezzato da designer e architetti e noi volevamo sperimentare questo prodotto che esteticamente piace anche a noi.
Molto ha influito il nostro apprezzamento per lo stile industrial, che abbiamo conosciuto negli anni durante i nostri viaggi, che abbina ottone, bronzo e corten. Così abbiamo deciso di partire dal corten perchè è vicino a quello che sappiamo fare, e contrariamente al bronzo e all’ottone, può essere utilizzato anche a scopo strutturale, questo lo avvicina ancora di più alle nostre competenze in officina e di progettazione. Infatti lavoriamo dalla progettazione di un prodotto a quella di una struttura, questo ci permette di avere un range di opportunità più ampio.
Il progetto Trackdesign permette a designer di qualsiasi parte del pianeta di candidare un prodotto alla vostra azienda direttamente dal sito. Da dove nasce questa idea?
Nasce dall’idea di creare un network di competenze, di unire le intelligenze di persone non necessariamente del nostro territorio. Oggi la possibilità ci viene data da internet, attraverso la rete si può estendere il network a chiunque, infatti hanno già aderito al progetto designer da tutta Italia e speriamo di coinvolgere progettisti anche all’estero.
Creiamo un prodotto di nicchia, fatto da persone di tutto il mondo, che diffondiamo tramite internet perché così possiamo raggiungere poche persone di una platea molto vasta, ma quelle giuste, quelle che amano questo tipo di prodotto. Lavorando sul progetto ci siamo anche resi conto che i nostri prodotti si sposano bene con l’architettura locale, con la pietra in particolare, e abbiamo chiuso diversi contratti con strutture locali. Quindi abbiamo attivato anche una rete vendita tradizionale oltre a quella online.
Come è strutturata la vostra squadra?
Il team è composto da diverse competenze: un designer che si occupa del rapporto con i progettisti che candidano le proposte, una persona dell’area marketing che segue i social, una che si occupa della gestione del sito e un’altra della rete commerciale che si occupa dell’aspetto vendite. Poi ci sono gli ingegneri che si occupano dell’ingegnerizzazione e l’officina che ha un team che si dedica alla prototipazione e alla produzione, e ci avvaliamo anche di risorse esterne per completare gli aspetti che non siamo in grado di seguire attraverso le competenze del team interno.
Sappiamo tutti che questo mondo non è fatto più per chi si improvvisa, all’interno della nostra azienda ognuno ha le sue competenze. I progetti, anche se embrionali, oggi come oggi, devono essere strutturati con il coinvolgimento di tutte le competenze, il mondo di internet è globale e molto competitivo, si fa presto a passare ad altro e a trovare qualcosa che ci piace di più, se non puntiamo sulla qualità non si fanno progressi.
Come funziona l’aspetto della candidatura dei prodotti?
Il designer può candidare un progetto attraverso il nostro sito, al momento della candidatura vengono forniti i dettagli tecnici sulla lavorazione dell’acciaio corten e poi il designer ha libertà totale nella candidatura.
Il progetto viene vagliato da una commissione interna composta da tre persone: il responsabile dei designer che valuta la proposta dal punto di vista estetico, esaminando la pertinenza con l’impronta scelta per le collezioni. Poi ci sono l’ingegnere che si occupa di valutare la fattibilità progettuale e il responsabile di produzione che valuta la fattibilità esecutiva.
Alcuni designer che hanno avanzato le proposte sono molto bravi, sono in grado di inviarci delle proposte molto tecniche e dettagliate, già pronte per lo sviluppo, mentre con altri è necessario approfondire il progetto, vanno indirizzati, perchè magari non possono essere realizzati con le tecniche di lavorazione della lamiera propria della nostra attività, ma che invece richiedono l’impiego di stampi che attualmente non è nelle nostre corde. Tutte le modifiche le valutiamo sempre insieme al proponente, nel rispetto della sua idea.
Cosa comporta lavorare con progettisti diversi?
Lavorare con progettisti differenti è uno stimolo. Noi siamo comunque abituati al confronto e a guardare avanti, il nostro ruolo di consulenti ce lo impone, sia da un punto di vista creativo che produttivo, il confronto ci invoglia anche a sperimentare nuove tecnologie, infatti inseriremo in officina anche una stampante 3D capace di stampare metalli in FDM (Fused Deposition Material), che ci permetterà di realizzare sia degli inserti che degli stampi che finora non siamo in grado di realizzare.
Lavorare in Puglia..
Lavorare nel tuo territorio ti da una marcia in più, lavorare nel tuo territorio fornisce degli stimoli in più e ti sprona maggiormente perché sai che se la realtà che hai costruito, come quella di Trackdesign, dovesse andar bene, sei consapevole che stai facendo qualcosa di importante anche per il tuo territorio. Non si tratta solamente di lanciare la tua idea, quando qualcosa diventa funzionante, è tutto quello che genera intorno che ti fa stare bene, perché hai generato qualcosa di bello, ci sono persone che si sono appassionate a qualcosa che prima non esisteva. Oltre questo c’è l’orgoglio e la qualità della vita, vivere in Puglia ti permette sicuramente una qualità della vita migliore rispetto ad altri luoghi.
Quali possono essere le spinte per raggiungere l’equilibrio mancante tra la migliore qualità della vita e le opportunità professionali?
Quello che ci manca sicuramente è lo spirito di collaborazione, molte volte abbiamo proposto idee e lanciato progetti che prevedevano una collaborazione con altre aziende, che però sono naufragati. Siamo tutti restii alla collaborazione, anche io (Alessio) ho spesso difficoltà, sono frenato, invece sarebbe auspicabile creare un network che ci permetta di creare un sistema imprenditoriale diffuso e che coinvolga più realtà sulla base delle competenze specifiche.
Se ognuno mettesse a disposizione le sue competenze, ad esempio, officina, parte impiantistica, parte elettrica, parte creativa, si potrebbero creare anche molte occasioni di promozione condivisa, come la partecipazione alle fiere, le operazioni di marketing, attraverso le quali ognuno potrebbe promuovere anche il lavoro dell’altro. Noi un po’ lo facciamo, però andrebbe strutturato meglio. Ci vorrebbe un reale network, che coinvolga competenze complementari con un obiettivo comune, in questo modo si potrebbe collaborare senza schiacciarsi i piedi. Questo è un tema sul quale abbiamo ragionato più volte, infatti è proprio da questa idea che nasce Trackdesign.
Trovi che lavorare sul tema del prodotto e dell’arredo in un’area dell’Italia che non è storicamente abituata a lavorare su questi temi influisca negativamente sul vostro lavoro? Se la vostra azienda si fosse trovata in un contesto come quello della Lombardia o dell’Emilia avrebbe delle opportunità diverse?
L’azienda madre di Trackdesign lavora nel settore della consulenza ingegneristica da più di trent’anni e abbiamo avuto modo di fare questa riflessione in tutti i settori di nostra competenza. Se fossimo nati nella Silicon Valley o a Milano, sicuramente avremmo avuto opportunità diverse. Negli anni abbiamo sviluppato moltissimi progetti e ci siamo confrontati con altrettante realtà, abbiamo incontrato molte persone che, magari anche con meno potenzialità, hanno sviluppato di più le loro idee e il loro business. Noi comunque ci siamo sempre dati da fare e siamo cresciuti, aggiungendo sempre nuovi progetti e servizi alla nostra attività. Anche grazie alla rete internet è stato possibile colmare questo gap, Trackdesign nasce proprio con questo intento.
Quali sono gli obiettivi di sviluppo per il futuro?
Stiamo facendo uno sforzo per riorganizzare l’officina. L’officina richiede maestranze specifiche sulla lavorazione del metallo e del trattamento superficiale per avere una resa estetica gradevole, e sia stabile e duratura dal punto di vista strutturale, meccanico e chimico.
Per questo stiamo ridisegnando il layout dell’officina per renderla vicina agli standard dell’industria 4.0. Nelle nostre intenzioni è avere delle brave maestranze che si occupino delle attività critiche, quindi la lavorazione della lamiera, la saldatura, il trattamento e le altre operazioni di questo tipo, e legare alle macchine, le operazioni come la movimentazione, il magazzino automatico, la robotica per la verniciatura e per il trattamento ossidante, per staccare la persona da attività nocive per la salute e che soprattutto sono ripetitive, operazioni che possono essere facilmente svolte dai robot. Mentre la nostra intenzione è lasciare alla persona la maestria della lavorazione dei metalli, che l’uomo è capace di rendere esteticamente molto gradevoli. Questo è il percorso che abbiamo iniziato, non sappiamo quando finiremo, ma questa è la nostra intenzione, perché ci piace l’idea di coniugare la tecnica e la tecnologia con l’arte.
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