Vado a vivere in campagna! O forse no…

Per alcuni abitanti cittadini arriva un po’ come la crisi di mezza età…un bel giorno, magari dopo un intero pomeriggio trascorso in metropolitana o nel traffico soffocante, immersi in rumori molesti e roboanti, ecco balenare per la mente un pensiero: quanto preferirei vivere in campagna!

Solo una piccola parte di loro decide di averne davvero abbastanza della frenetica vita in città tanto da pianificare un trasferimento in campagna.

Nonostante il fascino della vita campestre infatti, ci sono comodità a cui gli abitanti italiani preferiscono non rinunciare.

Secondo i dati raccolti nello studio svolto dall’Osservatorio sulla Casa, circa la metà degli italiani considera caratteristiche come la centralità della localizzazione, la vicinanza a scuole, negozi e servizi, la prossimità al luogo di lavoro, e la comodità dei mezzi pubblici, degli elementi molto importanti nella scelta dell’abitazione.

Sebbene la vita in campagna, come vedremo tra poco, possa riservare benefici non trascurabili, comporta naturalmente un allontanamento dai centri abitati, con tutto ciò che ne consegue in termini di servizi e trasporti.

Vediamo brevemente i numerosi benefici che un trasferimento in campagna, magari con cambio di professione annesso, può dare.

Il sistema nervoso ci ringrazierà 

Il contatto con la natura è senza dubbio il primo e più immediato: favorisce nell’essere umano uno stato di rilassatezza e distensione.

Attività come il giardinaggio o coltivare un orto sono notoriamente un toccasana contro lo stress. La loro efficacia in questo senso è talmente consolidata da aver dato luogo ad una forma di cura codificata, chiamata ortoterapia. Ora, non per fare i guastafeste, ma avere una azienda da agricola non è esattamente la stessa cosa.

Fare impresa in campagna 

Certo, il Milanese Imbruttito (per i connazionali che non lo conoscessero, si tratta di un noto personaggio comico, popolare soprattutto su Facebook, che incarna virtù e vizi dei milanesi stacanovisti) direbbe che anche in campagna si deve “fatturare”!

Intraprendere una attività agricola, come la coltivazione biologica, un B&B, o la produzione di biomasse per l’energia rinnovabile, può essere una sfida entusiasmante soprattutto per i più giovani.

Come informa la Coldiretti, per chi intraprende questo genere di attività sono previste golose agevolazioni fiscali, come mutui agevolati e contributi a fondo perduto. Si è per esempio concluso da poche settimane il bando promulgato dall’ Agenzia del Demanio e dal Mibac, in cui 48 immobili pubblici inutilizzati, spesso ubicati in zone di campagna lungo arterie storico-religiose cruciali, come la via Francigena e la via Appia, sono stati assegnati a prezzi politici a coloro che hanno presentato i migliori progetti per trasformare gli edifici abbandonati in attività e servizi per i viaggiatori.

I pomodori sanno ancora di pomodori!

È senz’altro vero, se ci si nutre dei propri prodotti, in campagna si magia meglio, in modo più sano e consapevole. Oltre a ciò, l’aria più pulita farà felici i nostri polmoni provati da anni di smog.

Il piacere antico del lavoro manuale a contatto con la natura

La campagna riporta un po’ alle origini. Sembra che il lavoro manuale e il sincronizzare il proprio corpo con i ritmi della natura (sveglia all’alba, riposo al tramonto) favorisca assai distensione mentale e benessere psicofisico.

Bisogna ricordare però che i ritmi della natura non si mettono in stand by, sono semplicemente inesorabili. Se perciò oltre a vivere in campagna avessimo deciso di lavorarci anche, questo potrebbe significare orari ferrei e niente vacanze, a meno che qualcuno non possa sostituirci.

Insomma, potreste essere prontissimi e altamente motivati per compiere il grande passo. Se così fosse, in bocca al lupo!

Se però l’idea di alzarvi all’alba, avere il vicino di casa più vicino ad 1 km, convivere con odorini non sempre gradevoli, non dovesse convincervi, non trascurate le originali soluzioni cittadine proposte in questo articolo

per portare un po’ di campagna nella vostra città.

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