Si continua a lottare contro i trialometani (THMs) nell’acqua potabile in Basilicata.
Dopo Policoro, prima città a emettere un’ordinanza con cui il sindaco, Enrico Mascia, ha vietato l’utilizzo dell’acqua per scopi alimentari, anche gli altri comuni della costa Ionica hanno fatto lo stesso. Non si può, infatti, bere l’acqua del rubinetto o utilizzarla per cucinare neppure a Nova Siri, dal 18 aprile, a Scanzano, dal 19, e in alcune zone di Metaponto Lido, dove il divieto è scattato nella serata del 21.
Il mistero diventa sempre più fitto e i trialometani sempre più abbondanti nelle case dei lucani, ai quali non basta più sapere che si tratta di fisiologici residui di una reazione chimica innescata dall’azione congiunta di clorati e componenti organiche presenti nell’acqua. Mentre la gente cucina e si lava i denti con l’acqua minerale, si attendono risposte che tardano notevolmente ad arrivare o, se arrivano, sono nettamente contrastanti tra di loro.
La discordanza tra i dati di Acquedotto Lucano, per cui i valori sarebbero al di sotto del limite di legge già dalla giornata del 19 aprile, e Arpab, che continua a diffondere dati con cifre superiori ai 30 mcg/l, limite massimo previsto dal D.lgs 31/2001, che ha a sua volta recepito la normativa europea in materia (98/83/CE), sembra essere una costante in questo giallo tutto lucano. Il sindaco di Policoro, Enrico Mascia, ha, a tal proposito, richiesto chiarezza sui metodi di misurazione, premendo verso standardizzazione e riproducibilità dei controlli effettuati dai due enti coinvolti.
“Non possiamo assistere alla diatriba tra Acquedotto Lucano e Arpab”, ha affermato Mascia, dando voce ai pensieri dei cittadini ormai stanchi di non sapere quale sia la verità, alla vigilia dei tanto annunciati prelievi congiunti che sono stati effettuati nella giornata del 21 aprile.
All’indomani dei controlli, i valori di trialometani risultano ancora superiori ai limiti consentiti dalla legge. Lo si legge chiaramente in un comunicato pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Policoro: 42 mcg/l e 44 mcg/l nei due serbatoi di località Acinapura e Pane e Vino a servizio del primo centro lucano ad essere coinvolto dall’emergenza; 36 mcg/l a Scanzano Jonico; 38 mcg/l a Nova Siri; 31 mcg/l e 37 mcg/l rispettivamente nei serbatoi di Campagnolo basso e Campagnolo alto a Bernalda.
In tutti i comuni coinvolti, intanto, le autobotti continuano costantemente a erogare acqua potabile ai cittadini spaventati dai trialometani, questa parola che, dal 17 aprile, fa così tanta paura.
Tutti restano in attesa dei nuovi controlli, che saranno effettuati anche nella giornata di oggi, domenica 22 aprile, con la speranza di leggere, dopo giorni di disagi, un numero inferiore a quel fatidico “30” e di tornare a utilizzare finalmente l’acqua proveniente dai rubinetti delle proprie case, non dalle bottiglie acquistate al supermercato o dai fusti riforniti presso le autobotti.
Maria Laura Leo