La nuova cultura dell’abitare mette al centro benessere della persona e sostenibilità

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La sostenibilità è ormai diventata la parola d’ordine anche quando si parla di costruire, ristrutturare, abitare in particolar modo nelle grandi città.

Inizio questa riflessione citando le parole pronunciate da Ban Ki-moon i primi di dicembre 2015 a Parigi in occasione di COP21: Le città stanno riducendo le emissioni e rafforzando la loro resilienza…  Le aziende stanno investendo in nuove tecnologie verdi e incrementando l’uso di fonti rinnovabili. Gli investitori hanno iniziato ad analizzare gli investimenti in combustibili fossili mentre gli assicuratori stanno cominciando a integrare il rischio climatico nel loro processo decisionale.
Una vita a impatto zero
shutterstock_1359477188 Di Tetiana Shumbasova
La sostenibilità è ormai diventata la parola d’ordine anche quando si parla di costruire, ristrutturare, abitare in particolar modo nelle grandi città. Il contesto urbano ha tante criticità ma può consentire interventi di risparmio energetico su larga scala molto efficaci in termini di costi/benefici.
In Italia, secondo i dati dell’ultimo censimento ISTAT, nelle dieci aree metropolitane vive oltre il 30% della popolazione e nei comuni con più di 100.000 abitanti si concentra un quarto della popolazione. Inoltre la dimensione media dei nuclei famigliari è passata negli ultimi 40 anni da 3,4 a 2,3 persone e cresce rapidamente il livello di invecchiamento della popolazione. Famiglie sempre più piccole e anziani con maggiori necessità di riscaldamento/raffrescamento sono fenomeni che rendono meno efficiente l’utilizzo di energia. In questo scenario, l’attenzione alla sostenibilità degli edifici e di chi vi abita diventa quindi ancor più importante e la riqualificazione energetica offre grandi possibilità di sviluppo degli investimenti e dell’occupazione Migliorare la sostenibilità nelle città può quindi portare risultati interessanti anche in tempi relativamente brevi.

Verso il green building

Secondo Green Building Council Italia l’impatto ambientale della progettazione, costruzione ed esercizio degli edifici è enorme: in Europa è responsabile direttamente o indirettamente di circa il 40% del consumo di energia primaria complessiva. Anche per contrastare questi effetti ambientali negativi è stato creato LEED, Leadership in Energy and Environmental Design, un sistema di certificazione degli edifici che nasce su base volontaria e viene applicato in oltre 140 Paesi nel mondo. Lo standard, nato in America nel 1993 ad opera dell’associazione non profit U.S.Green Building Council che conta più di 20.000 membri, ha come scopo la promozione e lo sviluppo di un approccio globale alla sostenibilità. LEED dà un riconoscimento alle performance virtuose per migliorare la salute umana ed ambientale delle abitazioni riconoscendo le prestazioni degli edifici in settori chiave quali il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati, il progetto e la scelta del sito.
Anche in Italia il settore dell’edilizia è chiamato ad essere più sostenibile sia nella fase di costruzione di nuovi edifici sia nella ristrutturazione di quelli esistenti. E ad adottare in particolare la logica del risparmio energetico. 

Ridurre i consumi


Secondo alcuni esperti, la casa ecologica costa circa il 7-8% in più rispetto a una casa tradizionale ma le bollette calano almeno del 40 per cento. Gli elementi che influiscono di più nella riduzione dei consumi sono l’isolamento termico; la scelta della tipologia di riscaldamento, l’istallazione di pannelli solari e di generatori fotovoltaici; l’impianto elettrico; la scelta della tinteggiatura e del parquet etc.
shutterstock – Vanatchanan
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Anche in occasione di una ristrutturazione gli obiettivi più importanti restano quelli di migliorare la salubrità degli ambienti, evitare gli sprechi e ridurre le fonti d’inquinamento.
Una regola di cui si parla spesso è quella delle tre R: Riduci, Riusa, Ricicla. Per esempio, per ridurre i consumi ci sono due modi: quello attivo, che consiste nel produrre l’energia necessaria attraverso fonti rinnovabili (pannelli solari termici e fotovoltaici etc.) e quello passivo che sfrutta l’involucro della casa stessa (spessore delle pareti, ubicazione di serre solari a sud e di prese d’aria a nord etc.).
In futuro si farà sempre più ricorso anche alla bioclimatologia, disciplina che studia le connessioni tra il clima e la vita e definisce le modalità attraverso le quali l’uomo può costruire la propria abitazione tenendo conto delle peculiarità dei diversi tipi di clima del pianeta.

Per concludere

Essere sostenibili significa anche sfruttare in modo intelligente le innovazioni tecniche e le conoscenze che, grazie al Web, sono più facilmente accessibili.
Oggi abitare in modo veramente sostenibile deve diventare un obiettivo per tutti: per salvaguardare la salute, evitare gli sprechi, ridurre le fonti d’inquinamento, rispettare l’ambiente. Un obiettivo che richiede importanti cambiamenti negli stili di vita e di consumo.
Sta nascendo una nuova “cultura dell’abitare” ispirata al benessere della persona e alla sostenibilità ambientale?  È quello che ci auguriamo!

 

Per altre curiosità e informazioni continuate a seguirci su www.habitante.it

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