La redazione di Habitante.it ha avuto il piacere di intervistare l’architetto Vincenzo Antonaci dello studio di architettura Antonaci & Partners.
Salve, grazie anzitutto per aver accettato di concedere questa intervista alla redazione di Habitante. Come nasce Antonaci & Partners e Qual è l’elemento distintivo che contraddistingue lo studio nella progettazione architettonica?
Antonaci & Partners nasce nel 1994 con la prima esperienza all’estero , nello specifico nello Yemen, Aden, con un progetto di recupero di una struttura ricettiva. In seguito opera in Cin . Ora A&P srl ha sostituito la precedente società operando anche in Italia nel settore del recupero e non solo.
Elementi sostanziali, da oltre trenta anni sono la sostenibilità, il rispetto delle caratteristiche del luogo dove si opera e unna filosofia di complementarietà e non competizione per quanto riguarda le strutture che si vanno a progettare.
Lo studio Antonaci & Partners opera da diversi decenni, con una storia che inizia nel 1959. Come si è evoluto lo studio nel corso degli anni?
Lo studio, aperto da mio padre in quegli anni era caratterizzato da clienti e lavori per lo più legati al Pubblico: grandi opere e committenti pubblici. Dal 1993 , con l’arrivo mio e dei miei fratelli, lo studio ha indirizzato la sua attenzione più sulla clientela privata.
Architetto, può fornire ai nostri lettori degli esempi specifici di progetti di alto profilo su cui lo studio ha lavorato recentemente, sottolineando come ha affrontato le esigenze del cliente e le peculiarità di ciascun progetto?
Difficile scegliere. I progetti più interessanti sicuramente sono quelli realizzati all’estero: dal progetto preliminare di riqualificazione urbana della città di Marquarstein in Germania, al progetto preliminare per un grattacielo a Taipei ai vari progetti eseguiti in Cina.
Ma di altrettanta importanza e valenza tutti i progetti di recupero di masserie e residenze realizzati nel Salento. La metodologia utilizzat , nella prima fase di progetto, al di là della sua ‘dimensione’ o natura rimane però la stessa.
Nella prima fase c’è un’analisi del cliente, analisi con la quale si cerca di comprendere gli obiettivi che si vogliono raggiungere e i desideri che si vogliono esaudire: è la fase più complessa, forse più della progettazione stessa in quanto bisogna essere abili a percepire il desiderio del cliente, ma contestualmente far comprendere che per raggiungere l’obiettivo, spesso, è necessario apportare delle modifiche alla sua idea originale, questo a volte per ragioni economiche ed avvolte per ragioni oggettive legate al sito o alle caratteristiche del terreno/edificio.
Ciascun progetto, comunque deve rispettare ed essere come un abito cucito sul cliente, pertanto, nel mio caso non si parla di uno ‘stile’: lo stile consiste nel far sì che quanto progettato appartenga e rifletta il proprietario o il territorio nel quale insiste.
Con la sede a Shanghai, come lo studio gestisce la collaborazione internazionale e come si adatta alle differenze culturali e alle esigenze locali nei progetti?
La Cina è una realtà cosmopolita , non esistono vincoli di natura geografica, anzi, l’imprenditore cinese ha piacere a confrontarsi con metodologie e soluzioni al di fuori degli schemi tradizionali. La differenza con l’Italia, differenza sostanziale, è che amano sperimentare, provare soluzioni innovative, nel rispetto dell’ambiente e nel rispetto delle esigenze economiche e quindi funzionali.
Architetto, lei è coinvolto in programmi di ricerca e studio nel campo della Bioarchitettura e dello sviluppo sostenibile. Come queste attività teoriche si riflettono nella progettazione e realizzazione pratica degli edifici?
Seguo queste tematiche da sempre . La sostenibilità ambientale ha due chiavi di lettura: quella europea che si focalizza sull’aspetto tecnico e quella americana che, potrà sembrare strano, è più attenta sulle problematiche sociali della sostenibilità oltre che alle problematiche tecniche.
La mia cura e il mio obiettivo è cercare di portate avanti un concetto che riassuma le due tendenze e che di fatto tenga conto delle problematiche ‘tecniche’ e non dimentichi le esigenze di carattere sociale. Ovviamente il discorso è molto interessante e complesso ed avrebbe bisogno di una discussione mirata!
In che modo lo studio affronta la sfida della ricerca di soluzioni tecnologiche innovative che si integrano con l’ambiente circostante nei progetti di alto profilo?
La tecnologia nei progetti deve essere un mezzo non il fine. Ogni progetto ha problematiche legate all’ambiente naturale, sociale, pertanto ogni progetto dovrà avere le sue peculiarità. L’utilizzo della tecnologia può e deve servire a esaltare tali peculiarità e a rispondere e risolvere le problematiche legate a carenze di carattere ambientale o strutturale del sito sul quale si interviene.
Come Antonaci & Partners bilancia l’attenzione ai prodotti locali e alle caratteristiche del territorio con l’utilizzo di tecnologie avanzate per garantire il miglior servizio al cliente?
La progettazione parte da un principio che tende a mettere in relazione il micro ed il macro: mi spiego, nel micro, ogni progetto deve esaltare le caratteristiche del posto e pertanto appartenere a quel luogo e solo a quel luogo. Bisogna essere in grado di comprendere i punti di forza del luogo e i sui aspetti da esaltare , senza cercare di simulare spazi o luoghi diversi. Nel macro il sito dell’intervento o l’oggetto da recuperare si interfaccia con il top che la tecnologia può offrire, da qualunque parte essa arriva, per esaltare le peculiarità del prodotto architettonico.
Questo modo di operare è la conseguenza di una visione della progettazione che, come accennato in precedenza, tiene in considerazione di un approccio legato non alla competizione, ma alla complementarietà del prodotto realizzato.
Quali sono gli elementi chiave che caratterizzano la progettazione “contemporanea” degli edifici e spazi urbani nello studio Antonaci & Partners?
- Sostenibilità
- Unicità
- Complementarietà
- Flessibilità
La sostenibilità ambientale è un aspetto cruciale nella progettazione moderna. In che modo lo studio Antonaci & Partners integra soluzioni innovative per garantire la sostenibilità ambientale nei propri progetti, specialmente durante la ristrutturazione e il recupero?
I progetti di recupero tendono a rispettare le caratteristiche costruttive dell’opera, esaltandole dove possibile con l’obiettivo di adeguare comunque la struttura alle nuove esigenze funzionali.
Devo però ammettere che da questo punto di vista l’Italia è decisamente indietro ed anacronistica: il recupero di un immobile non può essere un’operazione ingessata che dà la possibilità, nel rispetto della struttura stessa, di effettuare modifiche strutturali che ne consentano il suo utilizzo per le funzioni che dovrebbe svolgere. Questo non significa essere devastanti nell’intervento, ma comprendere che se un edificio era utilizzato come stalla, non si può pretendere che lo stesso edificio, con le stesse caratteristiche diventi una camera d’albergo!
Anche queste argomentazioni avrebbero bisogno di maggior approfondimento per non essere fraintesi ovviamente. Quello che posso dire è che, avendo visto il comportamento delle amministrazioni Cinesi, nei confronti del recupero di vecchi villaggi circondati, oggi, da grattacieli, posso dire che hanno imparato più loro a preservare e valorizzare la loro storia in due decenni, di quanto non abbia fatto l’Italia con i suoi organi di controllo inesatti su posizioni, ripeto, anacronistiche.
Spostiamo il focus verso il mondo degli e-commerce nel settore arredo casa. Una recente ricerca di mercato ha evidenziato che il settore dell’e-commerce di arredamento ha subito una crescita costante e significativa, con un aumento del 30% delle vendite online nel corso dell’ultimo anno. Il 78% degli acquirenti nel settore dell’architettura di interni ha dichiarato di utilizzare piattaforme digitali come fonte principale per la ricerca e l’acquisto di prodotti. Alla luce di questi dati, come pensa che l’e-commerce influenzi il percorso di progettazione degli spazi del futuro e l’esperienza di acquisto dei clienti? E qual è il suo punto di vista sull’importanza crescente dell’e-commerce nel settore dell’architettura di interni?
Credo che sia una normale evoluzione del mercato: la tecnologia ci consente di visionare, valutare e scegliere il prodotto, così come ci mette nelle condizioni di valutare e scegliere il servizio di cui abbiamo bisogno online.
Credo che siamo ancora all’inizio ed in futuro sarà una tendenza ancora più radicata chi quanto non lo sia oggi. D’altronde tale modo di operare dà la possibilità, in tempi stretti, di prendere visione di una quantità di prodotti decisamente più elevata rispetto ad una tradizionale visita del sito, pertanto offre più scelta e maggiore garanzia di reperire ciò che effettivamente si cerca, per sé o per i propri clienti
Grazie per averci concesso il suo tempo. Prima di concludere, qual è la sua visione per il futuro dello studio? Ci sono nuovi obiettivi o sfide che si propone di affrontare nei prossimi anni?
La pandemia ha posto dei freni ai nuovi progetti, ma siamo ripartiti con nuovi interessanti contatti dei quali però, per scaramanzia, preferisco non farne cenno! Magari in una prossima intervista avremo dodo di parlarne in modo più specifico. Grazie a Voi!