La redazione di Habitante ha il piacere di poter intervistare Elisa Nicoli, green influencer e content creator. Elisa ci parlerà delle iniziative sostenibili che ha intrapreso e del suo stile di vita in pieno rispetto dell’ambiente. Al centro: la sostenibilità.
Uno stile di vita rispettoso della Natura. Elisa parla ai suoi lettori tramite post colorati, pieni di allegria e di enorme significato. Sostenibilità al centro di tutto.
Elisa, parlaci un po’ di come è iniziato questo viaggio sostenibile che hai intrapreso? Raccontaci l’inizio di tutto.
Credo non ci sia mai stato un vero inizio, o meglio l’inizio coincide con la mia nascita. La mia famiglia, in particolare mia mamma, è sempre stata attenta alle tematiche ambientali. Mia mamma non ha mai sprecato nulla, nata in una famiglia di 8 figli. Ha contribuito alla mia sensibilità ambientale anche la mia maestra elementare, che negli anni 80, controcorrente, ci comunicava l’importanza di preservare l’ambiente.
Un grosso salto l’ho comunque fatto quando sono andata a vivere da sola, con l’università. Da lì sono iniziate tutte le mie sperimentazioni quotidiane in diversi ambiti della vita.
Come hai pensato, fin dall’inizio, di approcciarti ai tuoi seguaci? Come hai instaurato il rapporto?
I miei profili social non nascono con il nome di “eco.narratrice”, ma come “autoproduco”. Perché per tanti anni l’autoproduzione è stato il focus principale della mia comunicazione. Nell’ultimo anno però, dato anche il sempre maggior seguito sui social e l’ampliamento costante delle mie tematiche, il nome “autoproduco” mi stava sempre più stretto e ho deciso di cambiarlo. Inizialmente, con autoproduco, non avevo intenzione di lavorare con Instagram. Il profilo ha cominciato a crescere a fine 2019 (quando su Instagram non avevo ancora 1000 follower), quando vedevo che c’era interesse attorno ai miei temi. Man mano, soprattutto con il primo lockdown, mi sono dedicata anima e corpo nella comunicazione sui social e da hobby è diventato un lavoro.
Per creare community conto molto sulla gentilezza e disponibilità. Rispondo sempre a tutte le persone che si rivolgono a me con un approccio positivo e non giudicante, tanto quanto io non voglio giudicare le scelte di nessuna persona. È stata la crescita costante e inesorabile, mai improvvisa o molto veloce, a fare sì da riuscire a fidelizzare le persone che mi seguono.
Quali iniziative sostenibili hai intrapreso nel tuo viaggio?
Ormai davvero tante. La mia sperimentazione continua ha fatto sì che provassi tante soluzioni alla mobilità, all’andare in vacanza, al pulire casa, al prendersi cura di sé, al vestirsi, all’alimentazione.
Mi muovo prevalentemente in bici e a piedi e se posso vado in vacanza a camminare, partendo coi mezzi pubblici. Utilizzo meno detersivi possibile e in gran parte li autoproduco con pochi ingredienti polifunzionali. Anche per i cosmetici ho lo stesso tipo di approccio, in più utilizzo prevalentemente cosmetici solidi, senza acqua e con poco packaging. Sono minimalista nel vestire e cerco di comprare solo vestiti sostenibili usati. Mangio vegetale, bio, di stagione, comprato direttamente dal produttore, laddove possibile.
Tu offri anche la possibilità di corsi per adulti e minori proprio su queste tematiche così importanti, come la sostenibilità. Parlacene un po’.
Tengo corsi di autoproduzione dal 2007 e più di recente corsi sullo stile di vita zero waste, con teoria e pratica.
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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Secondo i dati rilevati da Il Sole 24 Ore, le tematiche che riguardano lo stato di salute del pianeta sono giudicate molto importanti dal 64,7% degli italiani.
- Il cotone viene coltivato in aree del mondo soggette a siccità, quindi, indipendentemente dal fatto che sia biologico o meno, la sua produzione mette sotto pressione un ambiente fragile. Ci vuole circa 1 kg di lanugine di cotone convenzionale per fare un paio di jeans, ma questo richiede in media circa 8.500 litri (1.870 galloni) di acqua, secondo un rapporto del World Wide Fund for Nature (WWF).
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