Parliamo di dieta e sostenibilità con la Dott.ssa Valentina Ricchiuti, dietista specializzata in nutrizione umana e coach
La salute umana e quella del pianeta sono fortemente connesse. Per questo oggi è fondamentale comprendere quanto la dieta debba essere sana per l’uomo quanto per l’ambiente. Ma come riuscire a coniugare questi due aspetti? Lo abbiamo chiesto alla Dott.ssa Valentina Ricchiuti, dietista e coach.
Innanzitutto ci racconti chi è e di cosa si occupa
“Mi chiamo Valentina Ricchiuti e sono una dietista specializzata in nutrizione umana e coach. Credo che il mio interesse verso il cibo sia nato nella panetteria di famiglia quando dall’età di sei anni aiutavo i miei genitori ad impacchettare i prodotti del forno. Durante gli studi della triennale mi sono occupata di nutrizione, soprattutto in ambito ospedaliero. Mentre nella specialistica ho integrato aspetti riguardanti l’ambito tecnologico e della trasformazione alimentare.
Dopo un’esperienza in azienda, ho capito di volermi concentrare sul benessere delle persone attraverso tutto quello che avevo imparato sul cibo e grazie al coaching di sperimentare un nuovo approccio rispetto alla classica dieta.”
Oggi siamo abituati a trovare al supermercato qualsivoglia tipo di frutto o ortaggio tutto l’anno. La dieta mediterranea consiglia di consumare molta frutta e verdura, ma quanto è importante che questa sia di stagione? Oltre ad essere un atteggiamento sostenibile perché, da un punto di vista nutrizionale, dobbiamo preferire alimenti di stagione?
“L’importanza di consumare frutta e verdura è stata sottolineata nuovamente nel 2021 dal Ministero della Salute che raccomanda l’assunzione di 400 g di frutta e verdura commestibili al giorno che si traducono in cinque porzioni, per prevenire l’insorgenza di malattie non trasmissibili e la carenze di micronutrienti.
È bene, però, ricordare che se la natura, nella sua intelligenza, sceglie di offrirci per ogni stagione dei doni diversi ci sono motivazioni ben precise che vanno di pari passo con i nostri fabbisogni. Per esempio, l’inverno ci regala tanta frutta contenente vitamina C come arance e mandarini per rinforzare le nostre difese e verdure come cavoli e verza per zuppe che possano riscaldarci. D’estate, invece, abbiamo frutta e verdura più ricca di acqua e sali minerali come angurie, insalate, pomodori. Questi servono a reidratarci e aiutarci ad affrontare le alte temperature.
Il fatto che frutta o verdura siano accessibili tutto l’anno e quindi possano maturare al di fuori del suo arco temporale, ad esempio in serre, non significa che conservino le stesse proprietà benefiche ed esplichino le medesime funzioni. Questi alimenti vegetali se sottoposti a trattamenti come pesticidi, fertilizzanti o trasporto eo stoccaggio possono subire alterazione che ne modificano i principi nutritivi.“
Si stima che il solo allevamento di animali da macello è responsabile di più del 15% del totale di tutte le emissioni di gas serra. Per questo motivo tra i vari comportamenti sostenibili a tavola rientra anche quello di mangiare carne con moderazione. Da nutrizionista che cadenza settimanale consiglia ai nostri lettori in merito al consumo di questi prodotti?
“La piramide alimentare patrimonio UNESCO dal 2010, è da sempre sinonimo di buona salute per le sue caratteristiche nutrizionali, di biodiversità e sostenibilità. Alla sua base sono presenti gli alimenti che vanno assunti con maggiore frequenza e con più benefici per la salute. Parliamo di verdura, frutta, frutta secca, cereali non raffinati, legumi e olio extra vergine di oliva. A metà della piramide si trovano gli alimenti di cui si consiglia una frequenza moderata con cadenza settimanale, ovvero pesce, latticini, uova e carni bianche. Infine, all’apice della piramide ci sono gli alimenti la cui assunzione deve essere ridotta o limitata a una volta a settimana come carni rosse.
Seguendo il modello mediterraneo, dunque, si evita sia l’eccesso di carne trasformata che la ARC ha inserito tra i cancerogeni certi (gruppo 1) sia la carne rossa definita sostanza probabilmente cancerogene per l’uomo (gruppo 2A).”
Dott.ssa Valentina Ricchiuti quindi per coloro che sono abituati a mangiare carne tutti i giorni e anche più volte al giorno che tipo di sostituzioni consiglierebbe?
“Gli alimenti sostitutivi della carne, sono davvero tanti e quello che non ci si aspetta è che questi alimenti appartengono al mondo vegetale. Oltre a pesce, uova e latticini ci sono tanti alimenti che contengono quantità di proteine sovrapponibili alla carne. Per primi consiglio sicuramente i legumi, come lenticchie, lupini, soia, poi la frutta secca, in particolare arachidi e mandorle. E poi in base ai fabbisogni nonché allo stato di salute, propongo cereali che possano contribuire a raggiungere il fabbisogno proteico come quinoa, cereali integrali e avena.”
Habitante a tavola: il consumo di carne e gli effetti sull’ambiente
Adottare uno stile di vita sano è importante tanto per la salute quanto per l’ambiente. Molto spesso però si tende a pensare che un regime alimentare sano ed equilibrato sia sinonimo di continue privazioni. Quanto è sbagliato questo pensiero e cosa direbbe a chi pensa questo?
“Nell’adottare uno stile di vita sano, di cui un’alimentazione equilibrata fa parte, si possono ricavare vantaggi sia in termini di prevenzione primaria che secondaria, intervenendo sulle patologie esistenti e riducendole o evitandone il peggioramento.
La parola chiave per mangiare sano è equilibrio. Esso si costruisce non in un unico pasto, non in una scelta di acquisto singola, e neppure in un singolo giorno, bensì in una continuità settimanale o meglio mensile. Il modo più efficace per garantirlo è quello di variare il più possibile, prendere del tempo per cucinare e fare una spesa consapevole. Ad esempio è molto importante leggere le etichette e conoscere di quali nutrienti il nostro corpo ha bisogno per ridurre al minimo tutto il superfluo, che ci viene costantemente proposto dalla pubblicità.”
Attraverso i suoi canali social ogni giorno è impegnata nel fare buona informazione in merito alle tematiche legate all’alimentazione attraverso il suo “Modo di vivere“. Di cosa si tratta?
“Il linguaggio può cambiare il nostro modo di pensare e quindi di agire ed è questo il motivo per cui non parlo mai di dieta ma di Modo di Vivere. Il significato della parola dieta in greco è proprio “modo di vivere“, inteso come stile di vita, di cui fanno parte valori, tradizioni, luoghi e sogni.
Nel tempo la parola dieta ha assunto un significato più rigido, ovvero, adempiere a scopi terapeutici attraverso regimi alimentari specifici. Questo però spesso porta a trascurare la componente emotiva che mette al centro la persona e l’ascolto dei suoi bisogni (non solo alimentari), necessaria per qualunque percorso di cambiamento. In buona sostanza quello che cerco di fare è di risvegliare la consapevolezza alimentare affinché qualunque sia l’obiettivo o la necessità di salute si possa passare attraverso il proprio Modo di Vivere.“
Habitante a tavola: carne “coltivata” in laboratorio, nuova frontiera della sostenibilità?
Che messaggio vuoi lasciare ai nostri lettori?
“Il messaggio che vorrei lasciare al lettori è di tornare a coltivare la gratitudine. Abbiamo la fortuna di avere accesso a tanti prodotti alimentari ma, come spesso accade quando abbiamo troppo, perdiamo il contatto con la gratitudine e diventiamo insoddisfatti della nostra vita.
I ritmi quotidiani ci portano a mangiare con il pilota automatico. Si mangia davanti al pc o in auto e questo ci fa perdere l’esperienza di mangiare con coscienza che significa acquisire consapevolezza di quello che stiamo mangiando e del legame fra il cibo, la natura e il mondo.
Se diventiamo consapevoli sapremo scegliere e se possiamo scegliere saremo persone libere.“
Habitante ringrazia la Dott.ssa Valentina Ricchiuti per la sua cortese disponibilità
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Secondo alcuni dati divulgati dal WWF sostituire anche solo un pasto alla settimana di carne con uno tipico della dieta mediterranea potrebbe far risparmiare 190 chilogrammi di anidride carbonica ogni anno.
- Un chilogrammo di pomodori fuori stagione rilascia 70 volte più anidride carbonica rispetto a un chilo di pomodori prodotti nella stagione estiva.
TI È PIACIUTO L’ARTICOLO? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Per altre curiosità e informazioni sugli abitanti continuate a seguirci su www.habitante.it