Design in Sicilia: intervista a Gabriele D’Angelo

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Design in Sicilia: raccontare l’isola con la creatività

Negli ultimi anni mondo del design attraverso la riscoperta dell’artigianato, sta scoprendo anche le tradizioni locali. La nuova frontiera del Made in Italy, infatti, sembra essere quella di raccontare le eccellenze, regione per regione. Tra le realtà più attive su questo fronte c’è la Sicilia, una terra che ha tanto da dire. Molto attiva sia sul fronte della creatività che dell’artigianato. Tra le nuove leve del design contemporaneo abbiamo incontrato Gabriele D’Angelo, product designer nonché co-fondatore del brand Trame Siciliane.

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Tra le tematiche presenti nei tuoi lavori c’è molto del territorio. Non solo materiali ma soprattutto come storie e tradizione? Perché questa scelta?

Penso che tutto parta dal mio amore viscerale per questa terra. Per la sua storia millenaria, per le sue tradizioni da cui mi lascio costantemente e volontariamente influenzare. La Sicilia è per me un archivio sconfinato di riferimenti progettuali da cui attingere a piene mani. Guttuso diceva “anche se dipingo una mela, c’è la Sicilia”. Ecco, a me piace pensare che anche quando progetto un tavolo c’è la Sicilia.

Negli ultimi anni c’è stata una grande riscoperta e valorizzazione dell’artigianato. Come valuti questo fenomeno?

Credo che l’artigianato stia vivendo un momento di emancipazione da un certo tipo di pensiero che lo vede strettamente legato al concetto del “pezzo unico” o alla realizzazione di oggetti estremamente costosi, rivolti ad un pubblico limitato. Con l’ausilio delle nuove tecnologie e di alcuni nuovi materiali, la differenza tra artigianato e industria si sta sempre più assottigliando. Inoltre, credo che l’artigianato abbia le mani più libere rispetto a certe scelte di mercato a cui un’industria deve invece sottostare. Anche la produzione on demand, che ormai tante aziende artigiane praticano, è un’opportunità per produrre senza dover affrontare degli investimenti iniziali economicamente troppo impegnativi.

Design in Sicilia
Design in Sicilia: intervista a Gabriele D’Angelo – Concessione di Gabriele D’Angelo

C’è un tema progettuale o un materiale che ancora non ti è capitato di affrontare che vorresti affrontare come progettista nel prossimo futuro?

Mi piacerebbe molto progettare dei souvenir. Per il semplice fatto che purtroppo, spesso o quasi sempre, quelli che vengono venduti nei negozi sono degli oggetti molto kitsch e quindi banali o di pessimo gusto. Un souvenir invece dovrebbe essere oltre al ricordo di un posto appena visitato anche il ricordo di una sensazione visiva, tattile o olfattiva di un dato momento. Un oggetto che non dovrebbe essere lasciato al caso. Ma pensato per restituire la bellezza di un attimo sospeso nel tempo.

Tu hai deciso di fare design restando nella tua regione com’è fare design al Sud. Come vivi le distanze da quelli che sono considerati i centri nevralgici del design?

Ho spesso la sensazione di avere davanti a me un campo vastissimo di possibilità tutte da percorrere. Anche se molte di queste potrebbero condurre verso l’ignoto o ad ostacoli che per il momento non riesco a vedere. Tutto però diventa entusiasmante. Ogni passo in avanti ed ogni meta raggiunta è un successo e quindi motivo di orgoglio. Ma l’incertezza è una costanza che ti accompagna lungo tutto il cammino. Inoltre non vivo la distanza dai cosiddetti “centri nevralgici” come la mancanza di un’opportunità. Anzi, probabilmente se avessi fatto questo mestiere al nord avrei fatto anche molta più fatica ad emergere come designer e a vivere infine delle opportunità tutte mie.

La Sicilia è una regione molto presente nel sistema design e molte sono le realtà e le personalità attive nel settore. Come vedi il futuro del design in Sicilia?

Ad oggi il brand “made in Sicily” credo che sia secondo soltanto al “made in Italy”. Questo perché la Sicilia, così come ho accennato nella prima domanda, è una terra ricca di suggestioni che da anni tra serie tv e film, sfilate di moda di noti brand ed eventi culturali, attira un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo. Il design siciliano vive quindi di una riconoscibilità e di un interesse che negli ultimi anni non ha conosciuto crisi. Anche se a parer mio c’è ancora molto lavoro da fare nel creare una rete di professionisti ed aziende che vengano sostenute nella loro volontà di emergere.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Stando ai dati del rapporto sulla Design Economy della Fondazione Symbola il settore del design in Europa conta un numero di imprese pari a circa 217mila unità. L’Italia, con quasi 34.000 mila imprese, rappresenta circa il 15,5% dell’intero sistema del design comunitario.
  • Nel settore design il nostro Paese offre impiego a 64.551 lavoratori con un valore aggiunto superiore a 3 mld di euro.

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