Breathe! project. Tornare a respirare grazie all’arte urbana

Breathe! project|Opera di Escif|Opera di Elisa Capdevila|Opera di Ciredz

Breathe! è un percorso di arte urbana itinerante che ha coinvolto sei street artist della scena internazionale per la realizzazione di opere d’arte sui muri di cinque cittadine altoatesine.
Come dice il nome del progetto, si tratta di un vero e proprio invito a respirare e a credere nel potere dell’arte di trasformare i luoghi e le persone. Habitante ha incontrato questa settimana Anna Bernard, curatrice del progetto.

Quando e come è nato Breathe! Project?

Breathe! Project nasce durante la prima ondata della pandemia. In un momento di chiusura, di vita confinata fra le mura delle proprie case, abbiamo sentito il bisogno di progettare qualcosa per lo spazio pubblico, quello spazio che tutti noi non vedevamo l’ora di tornare ad occupare. Allo stesso tempo volevamo che questo spazio fosse arricchito da nuovi stimoli, così abbiamo pensato a una serie di interventi di arte urbana.

Opera di Escif
Opera di Escif a Brunico, Pic by Tiberio Sorvillo, curated by OUTBOX

In Alto Adige è nata così una nuova geografia della street art nazionale. Quante e quali sono le opere realizzate dagli artisti?

Abbiamo realizzato in tutto sei opere murali in cinque città dell’Alto Adige. A Bolzano sono nate due opere di due artisti cagliaritani: Tellas e Ciredz; nella città di Laives una doppia opera dell’artista altoatesino Egeon; a Brunico una bellissima ‘scultura murale’ (come l’artista ama definirla) di Valencia Escif, infine a Merano un’opera della catalana Elisa Capdevila e a Bressanone un’opera del marchigiano Giulio Vesprini.

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Perché è importante riqualificare gli spazi pubblici e qual è il ruolo dell’arte in questo processo?

La riqualificazione urbana è un tassello importante del concetto più ampio di rigenerazione. Riqualificare gli spazi pubblici attraverso l’arte significa lavorare su entrambi i concetti: da una parte abbiamo la sensibilità estetica degli artisti, che valorizza le facciate dando un nuovo volto a palazzi, quartieri e vicinati; dall’altra c’è l’arte, che non essendo una mera forma di decoro o di rassicurazione, crea nuovi stimoli sociali, nuovi punti di vista, nuove interpretazioni della realtà. In questo modo si attivano dialoghi nella comunità che diversamente non verrebbero considerati. Naturalmente, per raggiungere questi obiettivi così vasti, è importante innescare una serie di attività collaterali alla realizzazione dell’opera.

Opera di Elisa Capdevila
Breathe! project. Tornare a respirare grazie all’arte urbana- Opera di Elisa Capdevila_Pic by Tiberio Sorvillo_curated by OUTBOX

Anna, negli ultimi anni la street art è diventata sempre più protagonista di lavori di riqualificazione urbana. Quali sono secondo lei le prospettive future per questa forma d’arte e il design urbano?

Ultimatemene vedo un’inevitabile e interessante intersezione fra design urbano e arte urbana: la reciproca contaminazione crea un terreno fertile alla sperimentazione. Tuttavia penso sia importante che entrambe le discipline non perdano di vista il loro obiettivo primario: l’arte urbana – a mio parere – non deve per forza rappresentare un ideale estetico condiviso, ma ha il dovere di essere portatrice di un messaggio; il design urbano, invece, è più centrato sull’impatto estetico dell’intervento.

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È una linea già sottile, spesso invisibile, ma il ruolo di curatori e curatrici così come quello di chi si occupa di produrre gli interventi, compresi gli enti pubblici, è di non dimenticare perché e per chi si fanno questi interventi.
In futuro vedo e auspico una professionalizzazione del settore: spero che la street art venga vissuta sempre più come simbolo del linguaggio urbano, come un’arte accessibile a tutti, codificabile su vari livelli interpretativi, capace di rappresentare un bene comune condivisibile.

Opera di Ciredz
Breathe! project. Tornare a respirare grazie all’arte urbana – Opera di Ciredz, Pic by Tiberio Sorvillo, curated by OUTBOX

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Hyuro è stata una delle street artist più influenti della scena internazionale. Amava toccare temi talvolta crudi riguardo alla femminilità, la repressione, la resilienza, ed è un bellissimo esempio di arte creata non per rassicurare ma per riflettere.
  • Il progetto Inside Out di JR è un sito Internet che permette di fare, stampare e ricevere ritratti di sé e della propria comunità, che devono essere poi fissati ai muri per creare un’installazione totale. Questo progetto innovativo ha vinto il proemio TED nel 2011, e in solo quattro anni ha visto la partecipazione di 300.000 persone da 130 paesi differenti.

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