A Parigi l’arte è di casa. Intervista al collettivo 59 Rivoli

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59 Rivoli è un palazzo di 6 piani totalmente dedicato agli artisti e alle loro creazioni. Un collettivo di artisti che creano ed espongo le proprie opere per tutti e sei i piani del palazzo. Da oltre 15 anni, è considerato il tempio dell’arte alternativa di Parigi, il terzo polo d’arte contemporanea della capitale francese.

Intervista agli artisti di 59 Rivoli

Habitante ha incontrato alcuni artisti del collettivo e li ha intervistati per scoprire storie e curiosità di questa galleria d’arte alternativa nel cuore di Parigi.

Da quanto tempo esiste 59 Rivoli?

59 Rivoli è stato creato nel 1999, e proprio per questo è considerata una delle più antiche destinazioni alternative parigine. Il posto ha attraversato diverse fasi iniziando prima come squat di artisti grazie ai fondatori.
Infatti, era il 1 novembre 1999 quando il piccolo gruppo chiamato “KGB” (Kalex, Gaspard e Bruno), composto da ex occupanti abusivi di Place de la Bourse, aiutati da poche decine di altre persone, ha rilevato l’edificio al 59 di rue de Rivoli, nel primo arrondissement di Parigi.

Perché la scelta di una comunità residenziale di artisti nel cuore di Parigi?

Il nostro collettivo è nato in un contesto di penuria di atelier di artisti, in un periodo segnato dal moltiplicarsi delle attività artistiche squat. Nella sola capitale francese erano una ventina: Alternation, Récollets, Batofar, Frigos,ecc. 

59 Rivoli è stato il primo squat ad essere legalizzato a Parigi. Il progetto è nato con l’obiettivo di offrire a tutti un accesso democratizzato, libero e desacralizzato all’arte.

Oggi l’esistenza di 59 Rivoli è resa possibile grazie ad un accordo, firmato nel 2002, con la città di Parigi. Non è più uno squat, infatti qui non ci vive più nessuno. Sono solo studi di artisti. Ecco perché noi lo chiamiamo anche AfterSquat.

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Il palazzo di 59 Rivoli a Parigi – Foto di Kirk Fisher da Shutterstock

Come avete trovato questo edificio?

Il 1 novembre 1999 Gaspard Delanoë, Kalex e Bruno Dumont notarono in rue de Rivoli 59 a Parigi, un gigantesco edificio haussmanniano abbandonato da otto anni. Era stato per diverso tempo la sede dal Crédit Lyonnais poi la banca fallì e le sue attività furono liquidate.
Pochi giorni dopo la scoperta di questo palazzo da parte del trio fondatore, una dozzina di artisti iniziarono quindi ad occupare l’edificio, vivendo in questi spazi e utilizzandoli come studi d’arte. E aprirono anche ai visitatori.

Col passare degli anni, sempre più artisti e visitatori entrarono in 59 Rivoli anche se il posto non era stato ancora legalizzato. Gestito dal collettivo “Chez Robert, Électrons Libres”, 59 Rivoli ha accolto più di 40.000 visitatori solo nel suo primo anno di esistenza.
Ma il rischio di essere sfrattati da questo spazio era molto forte, e infatti nel 2000 il tribunale ha costretto gli artisti ad abbandonare l’edificio.

Ma 59 Rivoli era ormai diventato una realtà culturale molto nota non solo a Parigi ma a anche a livello internazionale e la sua popolarità continuava a crescere. Così nel 2001, a seguito dell’elezione a Sindaco di Bertrand Delanoë, l’edificio fu acquisito dalla città e venne legalizzata la presenza del collettivo.

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La rinascita del collettivo parigino

Dopo diversi anni di lavori di ristrutturazione, il 9 novembre 2009 ha avuto luogo la riapertura ufficiale di 59 Rivoli. In questa nuova veste la presenza degli artisti era stata nel frattempo legalizzata, e l’accordo con il Comune di Parigi è stato un grande e importante segnale di sostegno alla creatività e all’arte.
Un bellissimo messaggio universale:

“ospitare, in uno spazio alternativo, un piccolo gruppo di persone, circa trenta artisti, che allestiscono i propri studi e condividono con il pubblico l’esperienza della creazione quotidiana”. 

Con 50.000 visitatori solo nel primo anno, 59 Rivoli è diventata la terza meta parigina più visitata per l’arte contemporanea, dietro al Centre Georges Pompidou e la Galerie Nationale du Jeu de Paume.

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Un artista all’opera a 59 Rivoli, Parigi – Foto per concessione di 59 Rivoli

Come sono gestiti gli spazi espositivi?

Oggi 59 Rivoli è un’associazione senza fini di lucro la cui missione è promuovere la creazione artistica. L’associazione è composta da quindici artisti permanenti del collettivo, denominato “lo zoccolo duro” mentre il collettivo 59 Rivoli è composto da tutti gli artisti, vale a dire 30 artisti in totale, che hanno la possibilità di beneficiare di un laboratorio all’interno della struttura.
I quindici artisti temporanei sono chiamati invece “elettroni liberi”. Possono esporre in 59 Rivoli  per una residenza temporanea da tre a sei mesi.
Il collettivo è diretto da un consiglio di amministrazione composto dagli artisti permanenti e dai 5 membri dell’ufficio, nonché dal coordinatore amministrativo dell’associazione, incaricata della selezione degli artisti in residenza temporanea all’interno del luogo e dal responsabile degli eventi.

Il locale è aperto al pubblico dal martedì alla domenica. Per i passanti che camminano nella famosa strada parigina, gli studi degli artisti di 59 Rivoli sono un microcosmo dall’atmosfera immersiva, vivace e strabiliante.

Al primo e al secondo piano dell’edificio, uno spazio è dedicato alle mostre di esterni collettivi e a concerti di musica ogni fine settimana. Trenta studi di artisti provenienti da tutto il mondo si dividono invece i restanti 4 piani, collegati da una scala a chiocciola, interamente decorata con affreschi.

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La scala a chiocciola che collega i 6 piani di 59 Rivoli – Foto di Enzo Scudieri

Ogni tre mesi arriva una nuova ondata creativa grazie ai nuovi artisti in residenza e lo spazio così si trasforma e si rinnova continuamente. 

59 Rivoli  quindi non è solo una galleria d’arte ma un vero e proprio luogo di incontro, apprendimento, scambio e passaggio. La vita comune all’interno degli studi spinge gli artisti ad attraversare i piani per incontrarsi e condividere le proprie conoscenze con il pubblico e con gli altri artisti residenti.

Il pubblico partecipa attivamente all’energia di 59 Rivoli: i visitatori scoprono il backstage della creazione, c’è uno scambio con gli artisti, e così possono prendere parte a questa grande performance collettiva che altro non è che la vita di 59 Rivoli. 

Che tipo di mostre ospitate e che tipo di eventi realizzate?

Lo spazio è aperto a tutte le discipline e a tutte le forme di espressione artistica: arte plastica, grafica, visual, performance, fotografia, ecc. L’unica condizione è che queste mostre siano collettive con un minimo di tre artisti per mostra. Organizziamo anche concerti gratuiti ogni fine settimana nello spazio espositivo e partecipiamo a diversi eventi e manifestazioni artistiche organizzate dalla città di Parigi come “la fête de la musique” il 21 giugno (festival musicale estivo) o l’evento “Nuit Blanche”.

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Un artista all’opera a 59 Rivoli, Parigi – Foto per concessione di 59 Rivoli

Quanti artisti sono passati in questi anni dal vostro spazio?

Dal 2006 59 Rivoli ha presentato centinaia di mostre e accolto più di 240.000 visitatori. Abbiamo  ospitato oltre 500 artisti provenienti da tutto il mondo. Il collettivo continua, attraverso la sua programmazione artistica, a far emergere le minoranze, ad affrontare diverse tematiche legate alla cultura underground e a scoprire l’arte di località geografiche poco rappresentate nel mondo artistico parigino.

In media il nostro spazio accoglie 30 artisti, 80.000 visitatori, 100 concerti e oltre 200 diversi artisti esposti ogni anno.

Nel 2020 il numero di visitatori è sceso a 35000 a causa della chiusura al pubblico per la  Pandemia di Covid-19.

Ma il rapporto e il dialogo tra i visitatori e gli artisti del collettivo è l’anima di questo posto, perché consente un’apertura verso orizzonti inesplorati, che 59 Rivoli desidera proporre tra le sue prossime novità artistiche.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Nel 2020, a causa della pandemia da Covid-19, il museo del Louvre di Parigi ha registrato -70% di visitatori e circa 90 milioni persi
  • Secondo un’indagine realizzata da The ArtNewspaper la partecipazione complessiva dei 100 musei d’arte più visitati al mondo è diminuita addirittura del 77%, da 230 milioni nel 2019 a soli 54 milioni del 2020 quando i musei di tutto il mondo sono stati costretti a chiudere.

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