5 dicembre 2022, Giornata internazionale del suolo

Giornata internazionale del suolo

Oggi, 5 dicembre, è la Giornata Internazionale del suolo.

Istituita nel 2002 dall’Unione Internazionale di Scienze del Suolo e sollecitata dalla Conferenza dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura – FAO, la data 5 dicembre è stata dichiarata nel 2013, Giornata Mondiale del Suolo o World Soil Day.

Secondo i dati dell’Ispra, ogni secondo, l’Italia perde ben 2 metri quadrati di suolo. Ecco perché oggi, nella Giornata Internazionale del suolo, il Wwf Italia decide di lanciare l’allarme pubblicando dei dati agghiaccianti: 21.500 chilometri quadrati di suolo italiano sono cementificati, solo gli edifici occupano 5.400 chilometri quadrati. Ciò ha fatto aumentare l’infiltrazione di acqua piovana ed aggravare la pericolosità idraulica del territorio.

Le dichiarazioni del Presidente del Wwf Italia e la richiesta di una legge sul consumo del suolo

“L’Italia è un Paese fragile: oltre il 16% del territorio è in aree ad elevato rischio idrogeologico e sono 6 milioni le persone interessate, che cioè vivono in aree di potenziale rischio. Per non ripetere altri drammi come quello che negli ultimissimi giorni ha interessato Ischia, l’ultima cosa che dobbiamo fare è continuare a costruire. Invece i dati ufficiali ci dicono che nel 2021 abbiamo raggiunto il picco di cementificazione del territorio degli ultimi 10 anni”.

Il Wwf Italia da diversi anni avanza la richiesta di una legge sul consumo del suolo che impedisca le nuove costruzioni in aree rimaste libere, ma nulla ancora in tal senso è stato fatto.

Giornata internazionale del suolo
5 dicembre 2022, Giornata internazionale del suolo – SHUTTERSTOCK

“Suoli: dove inizia il cibo” è il tema della Giornata Mondiale del suolo 2022

La Giornata Mondiale del Suolo di quest’anno ha come tema “Suoli: dove inizia il cibo”. L’obiettivo di quest’anno, dunque, è quello di far aumentare la consapevolezza che i suoli sono vitali per nutrire il mondo. Il terreno degradato produce frutti e verdure senza dubbio meno ricchi di sostanze nutritive con correlati problemi salutari.

Risulta essenziale quindi mantenere sani gli ecosistemi, per il benessere di uomini e animali. Infatti:

  • ben il 95% del cibo proviene dal suolo;
  • 15 dei 18 elementi chimici presenti in natura essenziali per le piante, vengono forniti dal suolo;
  • ben il 33% dei suoli è ormai degradato;
  • oltre il 50% del cibo potrebbe essere prodotto attraverso una gestione sostenibile del suolo.

Se i suoli continueranno a non essere gestiti in modo sostenibile, la fertilità verrà man mano persa e i suoli produrranno piante sempre più carenti di nutrienti.

Gli ultimi dati della FAO e la nuova Strategia dell’UE

Secondo gli ultimi dati della FAO, 2 miliardi di persone nel mondo soffrono di carenza di micronutrienti: si tratta della cosiddetta “fame nascosta” così chiamata perché difficile da rilevare, ma che determina problemi salutari come una ridotta resistenza alle infezioni e uno sviluppo fisico ritardato.

Il 70% dei suoli dell’Unione Europea non è in buone condizioni, e la Commissione europea ha adottato nel 2021 una nuova Strategia per il Suolo “Suoli sani a vantaggio delle persone, degli alimenti, della natura e del clima”, il cui obiettivo principale è che tutti gli Stati membri evitino di consumare suolo (zero net land take) e mantengano i propri suoli “sani” attraverso azioni concrete, alcune delle quali dovranno essere attuate non oltre il 2030 come:

  • aumentare il carbonio nei terreni agricoli;
  • combattere la desertificazione;
  • ripristinare i terreni degradati;
  • garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi terrestri siano in buone condizioni.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu? 

  • Secondo l’ultimo Rapporto di ISPRA-SNPA, che fornisce ogni anno i dati sul consumo di suolo, tra il 2006 e il 2021, l’Italia ha perso 1.153 km2 di suolo naturale, per via dell’espansione urbana e delle sue trasformazioni collaterali che rendono il suolo impermeabile, aumentano gli allagamenti e le ondate di calore, provocano la perdita di aree verdi, di biodiversità e dei servizi ecosistemici.

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