4rch Architettura & Interior Design – Intervista a Elia Scaldaferri e Sergio Setaro

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La redazione di Habitante.it ha avuto il piacere di intervistare gli architetti Elia Scaldaferri e Sergio Setaro, fondatori dello studio di architettura 4rch Architettura & Interior Design.

Salve, grazie anzitutto per aver accettato di concedere questa intervista alla redazione di Habitante. Come è nata l’idea di fondare lo studio di architettura 4rch Architettura & Interior Design? Quali sono le principali fonti di ispirazione per il vostro lavoro?

Elia Scaldaferri: “Più che un’idea è stato un percorso naturale delle cose. Di fatto lo studio 4RCH è nato tra i banchi universitari e si è ufficializzato con la laurea e conseguente apertura delle partite IVA. Riavvolgendo il nastro, possiamo dire che il tutto è iniziato quando fra un esame di progettazione e l’altro si è iniziato a condividere i primi “lavoretti” portati dall’amico o dal parente di turno, passando per concorsi di Architettura e così via. Sono nate così le prime gratificazioni professionali ed economiche, che ci hanno consolidato come team.

Le nostri fonti di ispirazione sono i “maestri” che ci hanno insegnato una materia complessa ma al tempo stesso affascinante come l’Architettura. Entrambi ci siamo formati a bottega presso grandi maestri. Tra questi ci preme citare Nicola Pagliara. Quest’ultimo ha segnato molto il nostro percorso formativo gettando le basi del nostro linguaggio architettonico.”

Potete descrivere il vostro approccio progettuale? Come affrontate la sfida di creare soluzioni uniche e personalizzate per ciascun cliente?

Sergio Setaro: “Il nostro approccio parte da un primo incontro conoscitivo con il cliente. Durante il quale si valuta in primis la sua sensibilità verso i temi dell’architettura, viene valutato dunque se lo stesso risulta in linea con il nostro modus operandi di studio.

Successivamente vengono analizzate le richieste del cliente e in fase di sopralluogo vengono valutate le potenzialità e le criticità del contesto. Viene chiesto anche il budget di spesa da investire nel progetto. I vari elementi citati rappresentano i dati del progetto, che dunque si presta ad essere unico, originale, specifico e irripetibile per il cliente.”

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Qual è la mission principale dello studio? Come cercate di realizzare soluzioni su misura e originali per soddisfare le esigenze dei vostri committenti?

Elia Scaldaferri: “La nostra mission è curare a 360 gradi ogni parte del progetto. Realizzare un’architettura su misura, attraverso una progettazione sartoriale. Nulla è lasciato a caso. Tutto deve essere minuziosamente disegnato e ingegnerizzato. Tutti i nostri progetti infatti sono ricchi di dettagli esecutivi.”

Potete guidarci attraverso il vostro processo creativo, dall’intervista conoscitiva all’implementazione del progetto? Quali sono le fasi chiave che attraversate per assicurarvi che ogni progetto sia dettagliato e unico?

Sergio Setaro: “Come detto in precedenza, l’intervista conoscitiva ed il contesto ci forniscono i dati del nostro problema. Avendo i vari elementi a nostra disposizione possiamo risolvere il nostro progetto. Il quale passa attraverso degli step, le cui fasi chiave possiamo sintetizzarle in: Idea o concept, progettazione, ingegnerizzazione e prototipo.

Per noi l’Architetto (quello con A maiuscola) deve essere in primis un creativo. Deve poi saper dare una veste grafica alla sua idea. Deve inoltre saperla ingegnerizzare, ovvero deve sapere dimensionalmente, materialmente e “tettonicamente” come poter realizzare la sua idea. Infine deve seguire, verificare e controllare il suo progetto nella fase realizzativa. Queste, per noi, più che fasi chiave sono fasi indispensabili del mestiere dell’architetto.”

Come integrate tecnologie avanzate e strumenti innovativi nel vostro processo di progettazione, specialmente per la creazione di simulazioni foto realistiche?

Elia Scaldaferri: “Nel nostro piccolo, sfruttiamo quotidianamente la tecnologia. Basti pensare che per lo più lavoriamo a distanza, ma in linea diretta, Napoli-Caserta. Utilizziamo un server, con file e cartelle condivise, che ci consente di essere aggiornati live su qualsiasi linea del progetto venga modificata. Riguardo le simulazioni foto realistiche, l’architetto deve essere in grado di dare una veste grafica alle proprie idee. Rappresentazione grafica che cambia in base al tipo di interlocutore.

È impensabile che ad un cliente si mostrino solo ed esclusivamente grafici quotati e monocromatici. Un tempo si utilizzavano le prospettive acquerellate, tecnica alla quale a volte ricorriamo ancora, ma più che altro come rievocazione nostalgica del passato. Oggi fortunatamente la tecnologia ci consente di non “sgobbare” più sul tecnigrafo e di ottimizzare i tempi. Opportuni software ci consentono di realizzare immagini foto realistiche, a cui spesso abbiniamo dei video, in sostituzione dei vecchi plastici di architettura.”

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Una volta completata la progettazione, come vi occupate della fase di esecuzione? Come garantite che il progetto finale rispecchi fedelmente il concept iniziale?

Sergio Setaro: “Per noi curare un progetto a 360 gradi significa seguirlo anche nella sua realizzazione. Per noi la direzione dei lavori non avviene solo in cantiere, ma avviene anche e soprattutto, presso le botteghe dei vari artigiani, fabbri, falegnami e così via. Spesso le soluzioni che proponiamo ai clienti, in quanto uniche, non hanno uno storico, e noi amiamo e pretendiamo seguire dal vivo la prototipazione di quanto progettato. Solo così si può garantire la perfetta sovrapponibilità fra progetto ed esecuzione.”

Collaborate con aziende, imprese e artigiani nella realizzazione dei vostri progetti? Come selezionate i partner per garantire la qualità e l’originalità delle vostre realizzazioni?

Elia Scaldaferri: “Conclusa la progettazione, realizziamo la stampa (cartacea e digitale) degli esecutivi abbinata al computo metrico. Il risultato finale è un plico unico suddiviso in sezioni: opere edili, falegnameria, opere da fabbro, arredi, illuminazione etc. Tale plico viene inviato ad aziende, imprese, e artigiani vari. Vengono raccolti i vari preventivi, e valutati con i clienti. Un po’ come avviene per gli appalti pubblici, tendiamo a diffidare sia da offerte troppo alte che da quelle al ribasso. Progetto e computo dettagliato, entrambi fedelmente firmati, abbinati ad una nostra presenza costante in cantiere, ci consentono di vigilare sulla qualità delle nostre realizzazioni.”

Potreste condividere qualche esempio di progetto particolarmente significativo per voi, evidenziando le sfide affrontate e le soluzioni creative adottate?

Sergio Setaro: “Un esempio particolarmente significativo è casa C. Ubicata nel cuore di uno dei quartieri collinari della città di Napoli, all’interno di un fabbricato di inizio 900, che come molti edifici dell’epoca, riflette dunque tendenze legate all’architettura eclettica e monumentalista che iniziavano al contempo ad abbracciare temi più moderni e contemporanei. Connubio che 4RCH si è posto l’obbiettivo di manifestare e palesare anche all’interno di casa. La nostra sfida è stata quello di far rivivere ai committenti la suggestione di una casa Borghese attraverso sensazioni, usi, trame e costumi di inizio 900, riprendendo il tema della “Belle Epoque” e rielaborandolo con forme, materiali e tecnologie figlie del nostro tempo per non cadere nella trappola del falso storico. Altra sfida da affrontare è stata far rientrare tutte le funzioni richieste dalla committenza in un appartamento di soli 70 mq.

Fortunatamente l’altezza interna di casa ci ha consentito di realizzare all’interno dell’unità immobiliare spazi a doppia altezza caratterizzati da ampie librerie soppalcate con affaccio sul soggiorno, enfatizzando il tema della monumentalità ed opulenza, portando qualsiasi osservatore a primo impatto ad ipotizzare una quadratura percepita della casa doppia rispetto a quella reale.

Parquet a spina di pesce francese, vetrate interne,intarsi in ottone, marmi pregiati, e arredi sartoriali sono stati i temi dominanti nella progettazione di Casa C.”

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Spostiamo il focus verso il mondo degli e-commerce nel settore arredo casa. Una recente ricerca di mercato ha evidenziato che il settore dell’e-commerce di arredamento ha subito una crescita costante e significativa, con un aumento del 30% delle vendite online nel corso dell’ultimo anno. Il 78% degli acquirenti nel settore dell’architettura di interni ha dichiarato di utilizzare piattaforme digitali come fonte principale per la ricerca e l’acquisto di prodotti. Alla luce di questi dati, come pensate che l’e-commerce influenzi il percorso di progettazione degli spazi del futuro e l’esperienza di acquisto dei clienti? E qual è il vostro punto di vista sull’importanza crescente dell’e-commerce nel settore dell’architettura di interni?

Elia Scaldaferri: “Il progresso non lo si può arrestare. L’e-commerce ormai non rappresenta più il futuro, bensì il presente. Le vendite online , in qualsiasi settore, consentono un’ottimizzazione di tempi e costi. I limiti però potrebbero essere rappresentati dall’impossibilità di provare materialmente un sofà, oppure toccare con mano la campionatura di un legno o di un velluto. Riteniamo pertanto che almeno nel settore dell’architettura di interni, sia indispensabile la guida di un architetto o interior design che aiuti il cliente nel calibrare e ponderare bene le scelte.”

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Grazie per averci concesso il vostro tempo. Prima di concludere, qual è la vostra visione per il futuro dello studio? Ci sono nuovi obiettivi o sfide che vi proponete di affrontare nei prossimi anni?

Sergio Setaro: “La nostra visione per il futuro dello studio è quello di essere sempre al passo con i tempi. Del resto il mestiere dell’architetto lo pone ad essere sempre attento e vigile ai mutamenti culturali e ai bisogni espressi dalla società contemporanea. L’architettura di fatto deve essere lo specchio della società. Un nostro obiettivo ,e desiderio, sarebbe quello di portare avanti un progetto di Retail. Trovare un marchio la cui proprietà abbia una sensibilità tale da darci mandato per la realizzazione di un format ripetibile in n° luoghi.”

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