30 anni fa nasceva il WWW. Ha cambiato le nostre vite

Trent’anni fa nasceva un mondo. Nel mese di marzo del 1989, in uno dei laboratori del CERN di Ginevra, un ricercatore, di nome Sir Timothy John Berners-Lee,  ebbe un’idea geniale e diede vita a quello che tutti noi oggi conosciamo come World Wide Web. Da quel momento in poi il mondo e con esso le nostre vite non sarebbero più stati gli stessi.  

Questo scrive Guido Nigrelli, ricercatore presso la sede di Torino dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR. Si occupa di studi sulle relazioni fra clima e ambiente e lo abbiamo intervistato per chiedergli cosa è cambiato nel suo lavoro dall’avvento del Web e per aggiornarci sui cambiamenti climatici, oggetto dei suoi studi.

Ci racconta come è avvenuto il primo impatto con il WWW?

Era un pomeriggio del febbraio del 1995, subito dopo pranzo, nell’istituto di ricerca del CNR di Torino dove lavoravo, percorrendo il corridoio che dalle scale mi portava al mio laboratorio incontro un collega il quale mi dice: “Ciao Guido, sai che in quell’ufficio questa mattina hanno installato internet su un PC?”, io gli rispondo: “ ah bene, si può usare?”, lui mi dice: “Mah, non lo so, prova”, percorro il corridoio, entro in ufficio, vedo il PC acceso, Windows 3.11 e una nuova icona “Netscape Navigator”, clicco e mi si apre una pagina di ricerca. Digito una chiave di ricerca che ora non ricordo e rimango sbalordito dalla velocità e dall’elenco di altre pagine che Netscape mi restituisce. Clicco sulla prima e questa oltre a farmi vedere il contenuto della stessa mi rimanda ad altre pagine, clicco su una di queste altre pagine e scopro altre pagine e alti contenuti. Per un attimo rimango sbalordito e continuo a scoprire, dimentico la chiave di ricerca originaria e comincio a “navigare” scoprendo informazioni di ogni tipo. Ad un certo punto, sono le 5 del pomeriggio, un collega mi dice “Ciao Guido noi andiamo e tu?”, io rispondo “andate pure io rimango…”. Quella sera ho spento il PC alle 9. Andando a casa continuavo a pensare alle cose che avevo visto, ma soprattutto continuavo a pensare alle cose che non avevo visto e che avevo capito che potevano essere presenti in rete. Insomma, l’impatto è stato travolgente e indimenticabile.

Quanto le ha cambiato la vita come ricercatore?

Internet mi ha cambiato la vita subito. Nel 1995 frequentavo l’università come studente lavoratore, essendo stato assunto al CNR come tecnico, poi passato ricercatore dopo diversi anni, anche se la laurea l’ho conseguita in 5 anni. Le potenzialità che presentava internet nel 1995, anche se non paragonabili con quelle di adesso, erano già molte. Si capiva subito che dietro quella iconcina c’era un mondo di informazioni. La possibilità di avere a disposizione molta più conoscenza in molto meno tempo rispetto a quella che si poteva ottenere con la classica visita giornaliera in biblioteca è stata senza dubbio un’arma in più sin da subito sia per il lavoro e sia per lo studio. Chi ci rimetteva in tutto questo era la povera stampante che veniva messa a dura prova, dovendo stampare praticamente tutto quello che era di interesse.

Rispetto a trent’anni fa come è cambiato il modo di utilizzare questo strumento?

L’utilizzo di internet e della rete in generale è cambiato moltissimo. Prima ci si collegava ad una pagina, ora ci si collega a portali, mentre si scrive una email, si scarica un pdf e si sente la musica. Tutto è connesso e a tua disposizione. Nell’ambito delle attività di ricerca che vengono sviluppate nel nostro istituto (CNR-IRPI) e che sono finalizzate alla protezione geo-idrologica (soprattutto frane e alluvioni), internet è diventato uno strumento insostituibile. Dal proprio PC, senza la rete non sarebbe possibile archiviare la conoscenza (es. costruire banche dati aggiornate e validate), non sarebbe possibile consultare e scaricare dati in tempo quasi reale (es. il livello dell’acqua di un fiume che potrebbe esondare), non sarebbe possibile osservare in tutta sicurezza, aree ad elevata pericolosità e rischio (es. fronti glaciali in rapida fusione, versanti instabili, aree inondabili).

L’aspetto più interessante e utile è forse quello di poter generare nuova conoscenza mettendo insieme tanti dati e informazioni diversi, sia per tipologia e sia per provenienza.

Quali siti consiglia ai nostri lettori per farsi una idea del riscaldamento globale? E per difendersi dalle Fake News?

Innanzitutto direi di fare riferimento ai siti istituzionali ed a quelli delle grandi organizzazioni internazionali. Per quanto riguarda il riscaldamento globale segnalo il sito dell’IPCC (https://www.ipcc.ch/) e il sito del WMO (https://public.wmo.int/en). Un sito di riferimento per quanto riguarda lo stato dei ghiacciai è quello dell’UNEP (http://www.grid.unep.ch/glaciers/) e anche quello del WMO dedicato alla criosfera (http://globalcryospherewatch.org/). Visto che ho citato anche le frane e le alluvioni, segnalo il sito POLARIS (http://polaris.irpi.cnr.it/) dell’IRPI e il sito Meteoalarm (http://www.meteoalarm.eu/).

 

Guido Nigrelli ha pubblicato anche:

  • Ghiacciai: spietati indicatori del cambiamento climatico
  • Frane e inondazioni: aumenta il rischio geo-idrologico in Italia

Su Habitante abbiamo anche pubblicato sull’argomento:

 

PER RIMANERE AGGIORNATO SU QUESTI ARGOMENTI  ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Related Posts